Candeliere
Montano, Giovanni Battista ((?))
Descrizione
Autore: Montano, Giovanni Battista ((?)) (1534 ca.-1621)
Cronologia: post 1585 - ante 1621
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / grafite, inchiostro a penna, acquerellatura
Misure: 275 mm x 408 mm
Descrizione: disegno che conserva tracce della preliminare costruzione a grafite con tiralinee; è eseguito a inchiostro bruno a penna a mano libera; le ombreggiature e i dettagli sono precisati con acquerellature di inchiostro bruno; il supporto sul quale è tracciato è carta pesante avorio con margine sinistro frastagliato
Notizie storico-critiche: Nell'"Indice de due Tomi d'Intagli Tempietti ed altro", relativo ai tomi V e VI e compilato dal collezionista Giacomo Sardini, il disegno viene iscritto nel paragrafo "Candelieri" con la definizione "69 Candelabro".
Il candeliere qui raffigurato presenta una decorazione molto elaborata, che si sviluppa su vari livelli a partire da un piedistallo liscio sagomato. Questo presenta angoli decorati da zampe di leone che, dissolvendosi superiormente in un cartiglio, sostengono la larga base arrotondata e circondata da foglie d'acanto, che si restringe superiormente fino ad arrestarsi contro un piano arrotolato agli estremi in volute. Le foglie d'acanto si dipartono da una figura centrale di sirena posta nella parte bassa a sostenere con le ali una riquadratura sagomata che probabilmente doveva contenere un'effigie e che è allacciata lateralmente alle foglie d'acanto da due gemme circondate da cartiglio.
Sopra il piano superiore, il tratto concavo del candeliere è decorato da due teste di elefante contrapposte e inframmezzate da una testina di cherubino appoggiata sulle ali, che sembrano sostenere il livello successivo con l'intermediazione di un piano presumibilmente circolare dal bordo inciso a petali. Il terzo livello del candeliere, di forma bombata, è decorato da figure sinuose di sirene distese con ali rivolte verso l'alto, alternate a un motivo vegetale di foglie d'acanto che formano un grosso calice. Il quarto livello, sempre diviso da un piano circolare dal precedente, riprende il motivo delle sirene, ma accovacciate con le code arricciate in volute verso l'interno e le ali richiuse vero il basso, a sostenere uno stemma prelatizio con al centro un elefante che sostiene una portantina.
Dopo un elemento di raccordo con riccioli di volute, è l'ultimo segmento bombato che sostiene il portacandela, ancora decorato da sirene distese con ali rivolte verso l'alto, su riccioli di foglie d'acanto, che reggono con le code un fiore a forma di ventaglio sormontato da un calice e da una ghirlanda.
Il disegno si interrompe all'altezza del portacandela decorato con foglie d'acanto, per il raggiunto limite del foglio.
Il candeliere è sicuramente ricco di riferimenti simbolici, sia in riferimento alla casata per cui è realizzato, sia alle virtù dei suoi componenti. La sirena bicaudata è uno degli emblemi della famiglia Colonna, mentre l' elefante è una delle figure più antiche della simbologia propiziatoria, segno di forza, benignità, temperanza e mansuetudine. Nelle feste nunziali indicava castità, fedeltà coniugale e fecondità legittima.
Altri disegni della presente collezione riproducono motivi di sirene bicaudate (Milano, Collezione Sardini Martinelli invv. 6,95; 6,135), presenti anche come decorazione in un cielo di carrozza per la famiglia Colonna (Ibidem, inv. 8,105). Il presente candeliere potrebbe quindi essere un elemento di arredo studiato in occasione del matrimonio di un membro di questa famiglia.
Il disegno è attribuito in forma dubitativa a Giovanni Battista Montano da V. Pracchi, su segnalazione di A. Bedon (Pracchi, 1991 p. 15).
Collocazione
Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Credits
Compilazione: Caspani, Licia Anna (2010)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y010-27104/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).