Pianta, sezione e prospetto parziali di tempio a croce greca con colombario
Montano, Giovanni Battista
‹ precedente | 1644 di 2320 | successivo ›
Descrizione
Autore: Montano, Giovanni Battista (1534 ca.-1621)
Cronologia: post 1583 - ante 1621
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / grafite, inchiostro a penna, inchiostro a pennello, acquerellatura
Misure: 164 mm x 271 mm
Descrizione: disegno che conserva tracce della preliminare costruzione a grafite con tiralinee; è eseguito a inchiostro bruno a penna, principalmente con tiralinee e compasso, a mano libera nelle parti ornamentali; le campiture dei muri, gli sfondati e le ombreggiature sono ad inchiostro bruno a pennello e acquerellatura; il supporto è di carta pesante colore avorio dal formato leggermente irregolare
Notizie storico-critiche: Nell'"Indice de due Tomi d'Intagli Tempietti ed altro", relativo ai tomi V e VI e compilato dal collezionista Giacomo Sardini, il disegno viene iscritto nel paragrafo "Tempietti" con la definizione "140 a croce greca con sepolcri".
Il disegno, attribuito a Giovanni Battista Montano da V. Pracchi su segnalazione di A. Bedon (Pracchi, 1991 p. 19), cui rimanda L. Fairbairn (Fairbairn, 1998 vol. II, n. 1231 p. 696 e Appendix 8, p. 771), rappresenta un edificio in pianta e in alzato, in cui sono mostrati insieme metà sezione e metà prospetto.
L'edificio è a croce greca, elevato su un podio gradinato, con quattro bracci a pianta quadrata innestati a un nucleo centrale pure a pianta quadrata e i cui angoli di intersezione esterni presentano ringrossi convessi di raccordo. Il nucleo centrale, che racchiude una sala ottagonale irregolare scandita ai lati da colonne, è collegato tramite angusti passaggi ai quattro ambienti a pianta quadrata che lo circondano. L'atrio anteriore ha gli angoli superiori arrotondati, evidenziati da colonne laterali riproposte sulla parete vicina all'ingresso. I due ambienti laterali hanno invece nicchie rettangolari al centro delle pareti che, come si nota nella sezione superiore, sono occupate da una statua e circondate da un'edicola dal frontone curvilineo. Ai lati sono piccole nicchie (colombari) allineate una sopra l'altra fino al limite dell'imposta della volta interna. L'ambiente di fondo presenta infine le sole nicchie rettangolari centrali con statua interne ad edicole di dimensioni maggiori con frontone triangolare. I bracci sono coperti da tetti a falde con frontone triangolare frontale. Il braccio d'ingresso è scandito sul fronte da quattro colonne composite addossate a pilastri sporgenti e su alto basamento sagomato. Gli altri bracci sono invece articolati sul fronte da quattro pilastri sporgenti con capitello composito, appoggiati sulla cornice aggettante che individua il basamento, che si riducono a due sul fronte del braccio retrostante. All'interno degli angoli di incrocio ingrossati tra i bracci laterali e quello di fondo, sono inserite due scale a lumaca il cui sviluppo si intravede nella parte superiore della sezione, all'interno del corpo che sovrasta l'ambiente centrale. Quest'ultimo, che presenta in facciata una serie di frontoni triangolari intersecantisi su vari piani, è sormontato al centro da un tiburio sagomato nella parte superiore e terminante con una cupoletta su cui si erge una statua su piedistallo.
Il disegno in esame è in stretta analogia con quello conservato nel Codice di Parigi (MS Hb, 22 - 4, f. 11 consultato nel microfilm F 9313), e simile a un altro conservato presso il Soane's Museum di Londra (Fairbairn, 1998 vol. II, p. 697 n. 1231), che costituisce probabilmente una variante, presentando alcune modifiche nella conformazione delle murature in pianta e della cupoletta terminale e la presenza di statue sui frontoni dei bracci laterali.
L'edificio è identificato da L. Fairbairn, supportata da diverse fonti, con la villa di Varro o Varrone a Cassino (già San Germano). La presenza di nicchie a colombario tuttavia, secondo L. Fairbairn, suggerisce che costituisca una ricostruzione alternativa, basata sulla villa di Varro, per il colombario dei Liberti di Augusto o Livia.
I bagni della villa, che ancora esistono nella zona termale vicino a Cassino, hanno una stanza ottagonale che fu spesso disegnata dagli architetti dal Rinascimento. Essa era generalmente conosciuta come lo studio di Marco Varro, che descrisse la sua villa a Cassino nel De Rustica (libro III, cap. 5, p. 9-13) (Cfr. L. Fairbairn, 1998 vol. II Appendix 5, cat. 1231, p. 756).
L. Fairbairn segnala diversi disegni dello stesso soggetto attribuiti ad architetti di epoca rinascimentale (Ibidem, cat. 1231, p. 765).
Questo edificio è stato rappresentato da: Francesco di Giorgio Martini (Firenze, Uffizi 327Av e 322A), Giuliano da Sangallo (Roma, BAV, Codice Barberini, fol. 8r, pubblicato da Huelsen 1910, p.15), dalla Cerchia di Domenico Ghirlandaio (Escorial, Codice Escurialensis, fol. 72 - copia da G. da Sangallo), da Antonio da Sangallo il Vecchio (Firenze, Uffizi, 2045 Ar), da Bernardo della Volpaia (Londra, SJSM, Codice Corner, n. 19, pubblicato da Ashby, 1904, pp. 19-20, cat. 19), da Raffaello da Montelupo (Lille MW, Pluchart cat 837), da Sallustio Peruzzi (Firenze, Uffizi, 644 Ar, pubblicato da Bartoli, 1914-22, IV, tav. CCLXXXI, fig. 666), da Baldassarre Peruzzi (Firenze, Uffizi 428 Av, pubblicato da Bartoli, 1914-22, II, tav. CXXI, fig. 239; ibidem, 1311A) e Giorgio Vasari il Giovane (Firenze, Uffizi 4850 A - copia da G. da Sangallo). Montano potrebbe aver ripreso l'edificio, pubblicato poi da Giovanni Battista Soria "specchiato" e con varianti significative in "Tempietti diversi" del 1624, da una di queste rappresentazioni. L'incisione è pubblicata e descritta da G. Zander (Zander, 1962 pp. 12-15, fig. 75).
Collocazione
Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Credits
Compilazione: Caspani, Licia Anna (2011)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y010-27229/
‹ precedente | 1644 di 2320 | successivo ›
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).