Veduta prospettica di reliquiario

Montano, Giovanni Battista

Veduta prospettica di reliquiario

Descrizione

Autore: Montano, Giovanni Battista (1534 ca.-1621)

Cronologia: post 1590 - ante 1621

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta / grafite, inchiostro a penna, acquerellatura

Misure: 403 mm x 563 mm

Descrizione: disegno che conserva tracce della preliminare costruzione a grafite; è eseguito a inchiostro bruno a penna principalmente a mano libera e in parte a tiralinee, i dettagli e le ombreggiature sono evidenziati con inchiostro bruno acquerellato; il supporto sul quale è tracciato è carta colore avorio; sono presenti a lato schizzi a grafite tracciati a mano libera

Notizie storico-critiche: Nell'"Indice de due Tomi d'Intagli Tempietti ed altro", relativo ai tomi V e VI e compilato dal collezionista Giacomo Sardini, il disegno viene iscritto, insieme ad altri contigui, nel paragrafo "Reliquario" alla numerazione "164" e "163.164".
Il foglio in esame presenta una terza versione dei due reliquiari raffigurati sul recto, analizzati a parte (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 6,101 R).
Questo disegno, a piena pagina, è più elaborato e proposto in due varianti rispetto alla mezzeria. Anche questo reliquiario presenta un piedistallo sagomato con due volute, ma rivolte verso l'interno e posto sopra appoggi, di cui quello a destra costituito da un orso accucciato. Sopra il pendente centrale tra le volute è raffigurata l'arme gentilizia della famiglia Orsini, come nella versione a destra sul recto del foglio. Le due volute della base terminano con due testine di cherubino che sorreggono la base sagomata del fusto, costituito da un fascio di foglie d'acanto su cui poggia una figura di angelo maschile dalle braccia allargate in linea con le ali risolte in volute. Queste sostengono l'elemento a volute che costituisce il supporto della teca, tra cui è posto il fiore, ripetuto anche nella parte mediana, presente nell'arme gentilizia. La voluta di sinistra, ridotta, termina con la testina di un cherubino che sorregge un piedistallo sovrastato dalla figura di un angelo. La voluta di destra è allungata oltre lo sporto della base della teca su cui siede il secondo angelo. La teca ha una base articolata dai piedistalli riquadrati e decorati che sorreggono le colonne che individuano una campitura centrale probabilmente vetrata e due laterali a pannelli, di cui il sinistro ornato da girali vegetali e il destro da una figura. Le colonne sostengono una trabeazione su cui poggiano urne fumanti e al cui centro è una riquadratura sormontata da frontoncino curvilineo. La composizione termina con una cupoletta decorata a oculi e motivi vegetali, su cui si erge un'urna con croce trilobata.
Sul lato destro del foglio è uno schizzo a grafite di reliquiario, abbozzato velocemente.
Il disegno è attribuito a Giovanni Battista Montano da V. Pracchi su segnalazione di A. Bedon (Pracchi, 1991 p. 20), da L. Fairbairn (Fairbairn, 1998 vol. II, Appendix 8, p. 771) e da L. Marcucci (Marcucci, 2008 p. 73).
I due oggetti potrebbero far parte di una serie di suppellettili sacre progettate da Montano per Alessandro Orsini (1593-1626), nominato cardinale nel 1615 da Papa Paolo Ve legato pontificio, appartenente al ramo della famiglia di Bracciano.
La figura di angelo maschile dalle braccia allargate in linea con le ali risolte in volute si ritrova in diversi disegni di Montano, tra cui anche un disegno di candeliere conservato a Madrid (Biblioteca Nacional, AB 906).
Uno stemma degli Orsini simile, ma sovrastato da corona invece che dall'elmo, è presente all'interno del frontone conclusivo della facciata di una chiesa nel disegno di inv. 6,70 della Collezione in esame.

Collocazione

Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni

Credits

Compilazione: Caspani, Licia Anna (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).