Fregio a grottesca
ambito fiorentino
Descrizione
Ambito culturale: ambito fiorentino
Cronologia: 1575 - 1599
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / matita nera, acquerellatura
Misure: 290 mm x 215 mm
Descrizione: disegno eseguito (e in parte ripassato) a matita nera con acquerellature di inchiostro bruno per le obreggiature, in certe zone intensificate anche da tratteggio a matita più scura; il supporto è carta avorio; sul foglio sono presenti tracce di matita rossa non pertinenti all'opera
Notizie storico-critiche: Nell'"Indice" del tomo nel quale il marchese Giacomo Sardini lo aveva rilegato il disegno viene definito: "Ornato da dipingere sull'antico stile".
La composizione è raffinata a motivo delle fonti di ispirazione. Da una parte, i tralci, la sfinge e il mascherone risalgono ai disegni degli allievi di Raffaello: ad esempio gli studi di Perino del Vaga forse per la decorazione dell'appartamento farnesiano a Castel Sant'Angelo (vedi scheda n. 136 in Perino del Vaga: tra Raffaello e Michelangelo, catalogo della mostra di Mantova, Milano 2001) e alcuni fogli degli Uffizi avvicinati al nome di Giovanni da Udine (Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi. Inventario disegni esposti.2, a c. di A. Petrioli Tofani, Firenze, 1987, nn. 938 E, 937 E). Dall'altra, il volto della sfinge attinge al profilo della "Prudenza" che diversi artisti copiarono da un perduto prototipo di Michelangelo (P. Barocchi, Michelangelo e la sua scuola. I disegni di Casa Buonarroti e degli Uffizi, Firenze, 1962, pp. 248-250); un modello ancora ricordato in alcune arpie dei soffitti a grottesche del corridoio di levante degli Uffizi, dipinte da Alessandro Allori e dalla sua bottega (A. Zamperini, Le Grottesche. Il sogno della pittura nella decorazione parietale, Venezia, 2007, p. 161).
Il disegno sembra una derivazione in quanto gli elementi appaiono in studiato equilibrio, quasi giustapposti, e il ritmo non fluisce spontaneamente. La stesura originaria del foglio è inoltre offuscata dall'intervento di un più tardo disegnatore inesperto che ha voluto ripassare i contorni e rafforzare con tratteggi incongrui le ombreggiature acquerellate.
L'idea di "rinvigorire" la grottesca può essere stata incoraggiata dallo stesso Sardini che, anche sul versante dei disegni di architettura, si era dimostrato propenso a far "integrare" un progetto di Domenico Martinelli (A. Dallaj, Origini e conservazione della collezione Sardini-Martinelli al Castello Sforzesco, in Domenico Martinelli architetto ad Austerlitz. I disegni per la residenza di Dominik Andreas Kaunitz (1691-1705), catalogo della mostra a c. di A. Scotti Tosini, Cinisello Balsamo (MI) 2006, p. 47). E' stato del resto già notato come la sua passione collezionistica lo avesse indotto a non disdegnare oneste riproduzioni (E. Pellegrini, in Le tentazioni del barocco. I Disegni capricciosi dell'Archivio di Stato di Lucca, a c. di S. Caccia e E. Pellegrini, Pisa, 2006, pp. 17-22) o esemplari "à la maniére dè" (A. M. Clark, An Introduction to the drawings of Giuseppe Cades, in "Master Drawings" II 1964, pp. 18-26) per infoltire la propria raccolta di grafica.
Collocazione
Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Credits
Compilazione: Dallaj, Arnalda (2009)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y010-27369/
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