Decorazione del soffitto della sala dell'Aurora nel palazzo Controni a Lucca
Marracci, Ippolito
Descrizione
Autore: Marracci, Ippolito (1653-1738)
Cronologia: post 1686 - ante 1703
Tipologia: disegno
Materia e tecnica: carta / inchiostro a penna, acquerellatura, grafite
Misure: 218 mm x 311 mm
Descrizione: disegno eseguito a mano libera a inchiostro bruno a penna; le ombreggiature sono precisate con acquerellature di inchiostro; presenta tracce di costruzione a grafite; il supporto è carta avorio
Notizie storico-critiche: Nell'"Indice" del tomo nel quale il marchese Giacomo Sardini lo aveva rilegato, il disegno viene definito: "Disegno di soffitto". Il foglio riporta il progetto, corrispondente ad una fase piuttosto avanzata, ma non ancora definitiva, dell'eleborazione progettuale per la decorazione ad affresco della volta della sala dell'Aurora ubicata al terreno del palazzo Controni in via dell'Angelo Custode a Lucca. Il ciclo ornamentale, che si estende anche al piano nobile dell'edificio, è stato reso noto da Paola Betti che lo ha assegnato per la parte quadraturistica al lucchese Ippolito Marracci e per l'esecuzione delle figure a Giovanni, fratello di questi, e a Domenico Brugieri che gli subentrò con lo stesso incarico dopo la morte avvenuta nel 1703 (Betti 2007, pp. 101-106). Il palazzo, già di proprietà dela famiglia Guinigi, era stato acquistato nel 1686 da Giovanni di Curzio Controni, che in seguito provvide a commissionarne l'affrescatura. Secondo diverse soluzioni compositive che, nell'impaginazione e nella scelta del repertorio ornamentale, risentono dell'influenza di Angelo Michele Colonna, presso il quale verosimilmente si era svolta la formazione quadraturistica di Ippolito, questi concepì gli schemi architettonici che accolgono le figure dipinte dal fratello Giovanni, poste al centro dei soffitti (tra gli altri soggetti si ricordano l'Allegoria della Temperanza, Apollo, La Pace che appicca il fuoco alle armi) e distribuite su vari piani all'interno delle intelaiature prospettiche, caratterizzate da un deciso vigore plastico e chiaroscurale. A quell'epoca il Marracci doveva certo conoscere anche il ciclo ornamentale lasciato in palazzo Mansi a Lucca dal bolognese Marc'Antonio Chiarini, in compagnia del concittadino Giovan Gioseffo Dal Sole e del fiorentino Giovanni Maria Ciocchi, sul finire degli anni ottanta del Seicento. Con la sala del Fuoco di palazzo Mansi (G. Borella, P. Giusti Maccari, Il Palazzo Mansi di Lucca, Lucca 1993, figg. a p. 84), infatti, la sala dell'Aurora condivide l'uso della cornice circolare per delimitare l'apertura sul cielo - con ovoli, scanalature, foglie di quercia e motivi a treccia - la nicchia ogivale su due lati della volta e, nelle zone angolari, i busti all'antica inseriti entro medaglioni da cui si dipartono festoni di frutta che corrono lungo il perimetro del soffitto. Rispetto alla versione pittorica, il disegno in esame, realizzato con tocco leggero e fluido, mostra alcune varianti: ad esempio nel foglio non sono previste né le due cornucopie che poi verranno dipinte a imitazione del bronzo alla base dei medaglioni posti negli angoli della volta né l'ovale contenente la colomba con il ramo d'olivo affrescata su due lati del soffitto.
Collocazione
Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni
Credits
Compilazione: Betti, Paola (2009)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y010-27376/
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