Cornice di oreficeria con motivi decorativi e cherubini

Giannoni, Ambrogio (bottega)

Cornice di oreficeria con motivi decorativi e cherubini

Descrizione

Autore: Giannoni, Ambrogio (bottega) (notizie 1601-1666)

Cronologia: post 1625 - ca. 1642

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta / inchiostro a penna, acquerello, biacca, tempera

Misure: 186 mm x 255 mm

Descrizione: disegno eseguito a inchiostro bruno a penna, con acquerello ocra rossa per indicare l'oro, biacca per indicare i diamanti, tempera verde per le gemme rotonde; il supporto del disegno è carta avorio ed è composto da un foglio di base ottenuto con giunzione di due rettangoli, il più grande dei quali reca filigrana parziale; sul foglio di base sono fissati tre rettangoli sui quali sono tracciati pentimenti (prima del restauro fissati con punti di ceralacca; ora fissati a bandiera), di altri due restano le tracce della loro rimozione; il foglio di base è fissato con punti di colla su un controfondo di carta avorio i cui lati in basso e a destra sono rinforzati, sul verso, da listelli di carta (dietro a quello del lato corto vi è una data, resa visibile dopo la rimozione della colla); al foglio base è incollato a bandiera un supporto sagomato, composto da tre carte incollate, con la variante della metà destra del progetto

Notizie storico-critiche: Nell'"Indice" del tomo nel quale il marchese Giacomo Sardini lo aveva rilegato il disegno viene definito, insieme ad altri fogli: Ornati per giojelli ad uso di regali che si fanno dai Sovrani agl'Imbasciatori".
Le montature progettate, probabilmente cornici in oro per ritratto, rivelano assonanze con opere di Ambrogio Giannoni, massese attivo anche a Lucca dagli anni venti del Seicento (C. Baracchini, in Le botteghe degli argentieri lucchesi del XVIII secolo, Firenze, 1981, pp. 49-51; A. Capitanio, Arte orafa e Controriforma, Livorno, 2001, p. 75), dopo una formazione a Roma. Nell'Urbe aveva lavorato con gli argentieri Girolamo Cona, Pietro Gentile e Benedetto Cacciatore (C. G. Bulgari, Argentieri gemmari e orafi d'Italia, Roma, parte I, 1980, p. 524): proprio l'opera nota di quest'ultimo, l'urna-reliquiario di san Tommaso da Canterbury in Santa Maria Maggiore (S. Vasco Rocca, Gli argenti di S. Maria Maggiore: reliquiari di Pietro Gentili, Benedetto Cacciatore, Santi Lotti e della bottega di Vincenzo I Belli, in "Storia dell'arte" 47/49 1983, pp. 117-125), può far luce sulle proposte formali dell'ambiente dal quale Giannoni aveva assorbito gli elementi linguistici peculiari del suo fare fastoso e scultoreo.
Non si conoscono disegni autografi di Giannoni e pertanto si preferisce orientare l'attribuzione dei disegni in esame all'ambito della bottega. Infatti sembra che Giannoni usasse avvalersi di aiuti, come tramanda la letteratura artistica a proposito della realizzazione di parti della corona del Volto Santo di Lucca (C. Baracchini, in Il Volto Santo storia e culto, Lucca, 1982, p. 84 n. 10; Capitanio, 1986, pp. 83-85). Inoltre sono state avanzate ipotesi riguardo al possibile ruolo di Girolamo Scaglia come disegnatore progettista dei manufatti di Giannoni (M. Burresi, in Le botteghe degli argentieri lucchesi del XVIII secolo, Firenze, 1981, pp. 392-394). Tuttavia i disegni per pisside riferiti allo Scaglia sembrano appunti stesi a posteriori come promemoria di bottega piuttosto che elaborati preparatori e pertanto si preferisce evitare di accostare al suo nome i progetti della Collezione Sardini Martinelli.
Per orientare la datazione non è utile il riferimento al 1620, anno vergato su un frammento applicato a uno di essi (Milano, Collezione Sardini Martinelli inv. 8,77), quanto piuttosto l'utilizzo di una incisione di Agostino Mitelli pubblicata anteriormente al 1642 come spunto per la creazione del gioiello più scultoreo (ibidem inv. 8, 79).
Nel disegno in esame è delineato un monile dalla luce esagonale impreziosito, secondo quanto recita la legenda, da 80 diamanti; il manufatto è caratterizzato da una alternanza di teste di cherubino e rosette stilizzate. Nella variante a sinistra le teste sono sormontate fastigi a volute ottenuti con il metallo prezioso, in quella a destra sono circondate da una sorta di aureola punteggiata da diamanti; la variante sinistra inoltre offre, nella decorazione più interna, piccole crocette ottenute con un diamante quadrato ai cui spigoli sono distribuite gemme verdi tondeggianti.

Collocazione

Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni

Credits

Compilazione: Dallaj, Arnalda (2009)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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