Bianco

Bonalumi, Agostino

Bianco

Descrizione

Identificazione: Composizione geometrico-tridimensionale

Autore: Bonalumi, Agostino (1935-2013), esecutore

Cronologia: post 1976

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a smalto

Misure: 100 cm x 100 cm x 7 cm (intero)

Descrizione: L'opera è costituita da due tele cucite insieme: quella anteriore presenta forme nitide e la superficie rigorosamente monocroma, modellata ed estroflessa, mentre quella retrostante svolge un compito puramente strumentale. Quest'ultima, infatti, costituisce l'elemento indispensabile per il fissaggio di un sistema di elementi rigidi a rilievo, rinforzato da larghe graffe metalliche agganciate al telaio. I punti delle cuciture visibili sul retro sono disposti secondo un'alternanza regolare e calibrata, in modo da ricavarne delle tasche entro cui posizionare centine e listelli di legno di grandezza e forma variabile che protendono la tela in avanti fino a raggiungere uno spessore di alcuni centimetri.

Notizie storico-critiche: Nell'opera prevale una certa vocazione tridimensionale: il supporto si anima di forme aggettanti in modo da creare giochi ed effetti di chiaro scuro che mutano a seconda dell'incidenza della luce sulla superficie.
Negli anni dell'adesione ad Azimuth, insieme anche a Enrico Castellani e Piero Manzoni, Agostino Bonalumi sperimenta un nuovo linguaggio a metà tra pittura e scultura, trasformando la tela in bassorilievo al punto tale da conferire alle sue opere un forte impatto e valore plastico. Affascinato dalle sperimentazioni di Lucio Fontana e dalle problematiche in ambito spaziale innescate dalla sua opera, la ricerca di Bonalumi, in parte influenzata dagli studi giovanili di disegno tecnico e meccanico, si concreta nel controllo rigoroso dei mezzi espressivi. Estroflessioni ed introflessioni del supporto - attuate mediante la disposizione regolare di strutture rigide, come chiodi, centine, telai incurvati, sagome di legno o di metallo che dilatano tridimensionalmente la superficie dipinta ponendola in un nuovo rapporto con lo spettatore - si accompagnano, in modo costante, alla colorazione monocroma della tela.
Da una parte l'impianto pittorico diventa tridimensionale, dall'altro l'immagine plastica prodotta si pone come trasgressione, sfida nei confronti della bidimensionalità. Il quadro si fa dunque oggetto che si estende e interagisce con l'ambiente circostante. Procedendo attraverso un progetto e un disegno che denotano una perizia artigianale, l'artista si accosta alla tela con una prassi scientifica ed oggettiva. È evidente nelle sue opere il rifiuto di qualsiasi vena esistenzialista o neorealista e la rinuncia a un'emotività soggettiva che conduce allo svuotamento della tela da segni, gesti, materie e colori che appartenevano al retaggio dell'arte informale. In anni più recenti Bonalumi sembra volgersi maggiormente ad uno studio più analitico delle potenzialità illusorie della luce e dei fenomeni percettivi da essa innescati, mentre le estroflessioni modulari degli anni precedenti cederanno il passo a favore di aggetti irregolari.

Collezione: Collezione storica del "Premio Lissone 1946-1967"

Collocazione

Lissone (MB), Museo d'Arte Contemporanea di Lissone

Credits

Compilazione: Cicero, Chatia (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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