Battesimo di Cristo
Masolino da Panicale; Lorenzo di Pietro (attribuito)
Descrizione
Autore: Masolino da Panicale (1383-1440), esecutore; Lorenzo di Pietro (attribuito) (1410-1480), esecutore
Cronologia: post 1435
Tipologia: pertinenze decorative
Materia e tecnica: intonaco / pittura a fresco
Descrizione: Al centro della parete di fondo, immerso nelle acque del fiume Giordano, Cristo è dipinto in piedi, con la mano destra sollevata in un gesto benedicente; accanto a lui, sulla sinistra della composizione, tre angeli gli reggono le vesti, mentre sulla sponda destra, il Battista inginocchiato versa sopra il suo capo l'acqua con una piccola ciotola. Alle sue spalle un gruppo di quattro uomini, forse in attesa di essere battezzati, o forse subito dopo aver ricevuto il sacramento, si spogliano/rivestono, osservando la scena.
Subito sotto, la parete laterale contigua ospita la scena, non molto ben molto ben conservata, della predicazione del Battista nel deserto, mentre sulla parete di fondo, senza soluzione di continuità, sempre il Battista presenta alle folle Gesù, accompagnato da tre discepoli che la critica ha riconosciuto come Andrea, Giovanni e forse Bartolomeo.
Al di là della finestra, sulla destra della parete, si colloca l'ultima scena, ambientata nella sala di un palazzo: l Battista appare in piedi, vestito con una tunica bianca; nella mano sinistra regge un cartiglio, con la destra indica nella direzione dei suoi interlocutori, Erode ed Erodiade, seduti di fronte a lui. Alle sue spalle, una guardia in armatura lo afferra per il braccio nell'atto di trasportarlo via.
Notizie storico-critiche: Il Battistero fa parte del complesso della Collegiata di Castiglione Olona: è un edificio ricavato da una delle torri dell'antico castello fortificato, già trasformata in una cappella gentilizia intitolata a san Pietro. La dedicazione di questo ambiente a San Giovanni Battista risale agli interventi di abbellimento e ammodernamento del borgo promossi dal cardinal Branda Castiglioni che hanno previsto dapprima, nel 1425, la ricostruzione della chiesa parrocchiale o Collegiata, dedicata alla Beata Vergine Maria e ai martiri Stefano e Lorenzo, insieme alla fondazione di un collegio per l'istruzione dei giovani e all'edificazione ex novo della chiesa di Villa a partire dal 1437.
La scoperta degli affreschi al suo interno è avvenuta solo nel 1843, sotto a scialbature applicate alla fine del Settecento; l'iscrizione "MCCCCXXXV" (1435) riportata sull'intradosso dell'arco absidale è considerata non coeva ma cronologicamente attendibile circa la data della loro esecuzione. Si tratta di un capolavoro di grande complessità linguistica e insieme di intonazione cortese, anche se già pervaso di novità rinascimentali, opera di Masolino da Panicale. L'artista, formatosi presso la scuola del Ghiberti, prima di allora si era dedicato prevalentemente all'attività di pittore e frescante nella cappella Brancacci della chiesa di S. Maria del Carmine a Firenze, in S. Clemente a Roma e nella casa Orsini a Montegiordano.
Negli affreschi del Battistero Mascolino compendia tutto se stesso, dando conto al proprio repertorio: ricercatezze prospettiche, gusto aneddotico ed eleganze mondane, una materia pittorica delicata e sottile, anche se purtroppo giunta ad oggi in uno stato di conservazione non sempre ottimale. Soprattutto nella parete del "Battesimo" l'artista riesce a mediare la visione tardogotica di Gentile da Fabriano, tanto caro all'ambiente lombardo, con il rinnovato linguaggio toscano di cui si propone importatore. Sia nell'impostazione generale, sia nella disposizione delle scene, si riscontra infatti la ripresa delle fonti più disparate: dalle tipologie masaccesche, forse memoria di schemi e disegni preparati per Masaccio e poi non realizzati ai tempi della collaborazione nella Cappella Brancacci, ai modelli dall'antico costituiti da sarcofagi o statue celebri, fino addirittura agli spunti da alcune figure visibili negli affreschi di S. Maria foris Portas nella vicina Castelseprio.
Un esempio su tutti, la presenza accanto alla figura elegantemente monumentale del Cristo e a quella del Battista di quattro neofiti che hanno ricevuto il battesimo o sono sul punto di riceverlo. Tra di essi si distinguono un uomo seduto che si sta sfilando le scarpe con atteggiamento ravvicinabile al modello dello "Spinario", modello classico a cui era ricorso anche il Ghiberti per la creazione di Adamo nella Porta del Paradiso; un altro personaggio che sta per restare scalzo, e, tra le figure di più grande inventiva, un giovane visto di spalle con la testa nascosta dalla camicia, forse ispirata a un particolare presente su un sarcofago con Amazzonomachia a Roma.
Per quanto invece riguarda la scena successiva, il deserto in cui il Battista predica è frequentato da uomini insolitamente alla moda, evidentemente ispirati al gusto fastoso di Gentile da Fabriano e Pisanello, di fatto lontani dall'austerità della pittura fiorentina; alle loro opere deve essere ricondotta anche la presenza (oggi purtroppo ridotta solo ad una traccia) nelle armature, nelle vesti e nelle corone, di oro e argento, utili ad impreziosire ulteriormente la stesura pittorica.
La critica ha discusso molto della possibilità della partecipazione di aiuti o di altri artisti alla realizzazione degli affreschi del Battistero, e in questa parete in particolare, sono stati rilevati almeno due interventi attribuibili ad una mano differente da quella di Masolino. Nella scena in cui Gesù viene presentato alle folle, lui e gli apostoli si dispongono a semicerchio, creando così un vuoto tra essi e il Battista, che originariamente era occupato solo da una enorme roccia: tale spazio fu in un momento successivo riempito da un secondo artista che tolse parte dell'intonaco originale per dipingere il profilo di un personaggio con un grande cappello, oggi profondamente lacunoso, al punto che ne resta visibile soltanto il volto. Il richiamo molto forte a Pisanello nella trattazione di questo viso, avrebbe fatto pensare ad un autore riconducibile alla sua bottega, quale Domenico Veneziano oppure Bono da Ferrara. Per quanto invece riguarda l'architettura dipinta che fa da sfondo alle due figure di Erode ed Erodiade, la perfetta prospettiva e l'ostentazione di una tipica architettura gotica senese ha portato la critica a fare il nome di Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta, attivo per il cardinale committente anche nella cappella all'interno della sua residenza castiglionese, Palazzo Branda.
Collocazione
Castiglione Olona (VA), Museo della Collegiata
Credits
Compilazione: Cicero, Chatia (2015); Uva, Cristina (2015)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/4y090-00014/
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