Visitazione

Rodari, Jacopo; Rodari, Tommaso

Visitazione

Descrizione

Denominazione: Porta 'della Rana'

Autore: Rodari, Jacopo (notizie 1487-1508), scultore; Rodari, Tommaso (1460-1526), scultore / architetto e capoingegnere della fabbrica

Cronologia: post 1489 - ante 1507post 1495 - ante 1513inizio sec. XVIpost 1882

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: marmo/ scultura; pietra moltrasina/ scultura

Descrizione: A cominciare dalla base, si osservano bassorilievi compositi con putti, ghirlande, mascheroni, festoni, formelle istoriate che ornano basamenti, colonne e semi-pilastri, e una lunetta con la rappresentazione della Visitazione. L'emiciclo sovrasta un vano rettangolare fiancheggiato da lesene con decorazioni a candelabre, tra le quali si inseriscono nicchie contenenti le statue dei santi Pietro, Paolo, Proto, Giacinto. Nella fascia più esterna dell'archivolto compare un corteo formato da sette profeti ritratti con incisivo realismo (Isaia, Davide, Salomone, Ezechiele, Siracide, Osea, Geremia). Il coronamento è costituito da un'edicola con la Vergine entro una nicchia e ai lati angeli musicanti e, a conclusione dell'intera struttura, sulla sommità, la figura del Padre Eterno entro una mandorla.
La ricchissima decorazione si estende anche alla parte interna del portale, dove lesene decorate presentano una successione di angeli con i simboli della passione. Nel timpano rettilineo sovrastante l'architrave, è raffigurato un sarcofago che si lega al Cristo risorto rappresentato nell'edicola sulla sommità attorniato da angeli, mentre sulla trabeazione convergono due cortei, quello sacro con a capo Cristo e quello profano con a capo Orfeo, entrambi su carri e accompagnati da musici.

Notizie storico-critiche: A partire dal 1482 hanno preso avvio i primi interventi di un'intensa opera di abbellimento del Duomo di Como, prima sotto la direzione di Luchino da Scarabota, più avanti sostituito da Tommaso Rodari da Maroggia, al quale si deve il completamento decorativo della parte centrale della facciata, per diventare poi capoingegnere della fabbrica dal 1487 al 1526. Alla bottega di Tommaso e del fratello Jacopo Rodari, si devono anche le due porte laterali che si aprono sui fianchi dell'edificio. In particolare la porta settentrionale, cosiddetta 'della Rana' - posizionata sul lato della sede vescovile e del Broletto -, costituisce una tra le migliori realizzazioni dell'intero complesso, con il nome degli autori che appare inciso su due medaglioni sorretti da due angeli nello stipite della porta stessa. Tale porta deve la sua particolare denominazione a racconti popolari e leggende cui è legata la raffigurazione, sullo stipite sinistro, di una rana che saltando tra il ricco fogliame è in atto di sorprendere una farfalla, ormai ridotta a frammento scultoreo a causa di una mutilazione subita nel 1912.
Grande interesse suscita la molteplicità dei valori simbolici espressi dai rilievi che ornano questa porta, trattandosi di una commistione tra tradizione medievale, citazioni bibliche e mitologiche, complessa a tal punto che neppure la critica è stata in grado di decifrarne in modo completo il significato. Specie per figurazioni di ascendenza classica i Rodari potrebbero essersi serviti di repertori e disegni tratti da modelli antichi come statue, sarcofagi, grottesche; tra i motivi ornamentali di maggiore finezza si distinguono i profili presenti nei medaglioni, particolari che traggono spunto probabilmente dall'ambito numismatico. Una simile familiarità con il mondo classico si può osservare in alcune sculture e rilievi della Certosa di Pavia ad opera di Giovanni Antonio Amadeo; in particolare, il basamento esterno della Cappella Colleoni a Bergamo, a cui avrebbe partecipato lo stesso Rodari come collaboratore dell'Amadeo, può essere considerato un precedente di tali figurazioni comasche dal punto di vista iconografico e non solo.
La Porta della Rana è particolarmente nota anche per una leggenda che iniziò a circolare all'inizio dell'Ottocento, circa la presenza di un tesoro sotterrato non molto lontano dalla famosa "rana": nel 1850 Don Giacomo Morini, canonico di Intragna presso Locarno, dichiarò di essere in possesso di documenti che attestavano la veridicità di tali storie e convinse l'amministrazione municipale ad effettuare gli scavi nei pressi della porta. L'8 maggio 1852 i lavori vennero conclusi senza alcun risultato riguardante il tesoro: le uniche cose rinvenute furono alcuni pilastri mutilati provenienti dalla demolizione dell'antico Broletto, effettuata per fare posto alle due arcate anteriore del Duomo.

Collocazione

Como (CO), Duomo di Como

Credits

Compilazione: Cicero, Chatia (2015); Uva, Cristina (2015)

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