Prigionieri tedeschi

Sacchetti, Enrico

Prigionieri tedeschi

Descrizione

Autore: Sacchetti, Enrico (1877-1969)

Cronologia: ante 1920

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta

Misure: 333 mm x 417 mm

Descrizione: carboncino e acquerello su carta (recto)
sanguigna su carta (verso)

Notizie storico-critiche: Tornato in Italia da Parigi dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, lÂ'artista continuò con fervore il suo lavoro di illustratore. In questo periodo si dedicò quasi totalmente alla tragica caricatura di guerra, contribuendo alla propaganda antiaustriaca allÂ'interno di diversi giornali come «Numero», «420» e illustrando i due albi "Gli unni e gli Altri". Le immagini riprodotte al loro interno, meglio di qualsiasi altro mezzo propagandistico, avevano lÂ'obiettivo di rivelare lo spirito dellÂ'Italia in guerra e demonizzare così le potenze nemiche. Da collocare tra il 1916 e il 1918, sono pertanto due fogli, oggi conservati al Civico Gabinetto di Disegni del Castello Sforzesco, denominati "Prigionieri tedeschi" (inv. 6257/1 D 474 Recto) e "Prigionieri austriaci" (inv. 6261 E 121); questi risultano acquistati rispettivamente dalla Galleria Pesaro nel 1920 e dalla Galleria Dedalo nel 1933. Dalla Galleria Dedalo, nel settembre del 1933, si registra lÂ'acquisto di tre fogli di Enrico Sacchetti: "Prigionieri austriaci" (inv. 6261 E 121), "Autoritratto" (inv. 6259 D 476) e "Ritratto di Giovanni Papini" (inv. 6260 D 477); questÂ'ultimo è illustrato allÂ'interno del catalogo dellÂ' "Esposizione di Enrico Sacchetti, G. Cesare Vinzio, Emilio Vitali", avvenuta allÂ'interno della Galleria Pesaro nel marzo del 1933.
Nei disegni con i prigionieri, così come in molti altri dello stesso soggetto, si osserva che la deformazione caricaturale dei gesti e dei volti dei soldati "non dipende da odio di nemico, o da facile gusto di grottesco", ma corrisponde, invece, al tipico processo di sintetizzazione dellÂ'immagine che "dice intorno a quella gente molto più di quanto potrebbero dire volumi interi di antropologia, di etnografia e di storia"(Fanciulli 1919, p. 25). Nelle due opere tutto lÂ'orrore della guerra è affidato ai gesti e ai tratti somatici dei volti degli effiggiati che si avvicinano, per molti aspetti, alle teste dei combattenti tedeschi apparsi nella serie di cartoline caricaturali realizzati dallÂ'artista nel 1917, successivamente rielaborate e integrate per lÂ'album "Loro" del 1919 (Cfr. Sacchetti 1919). Come in questÂ'ultime opere, anche nei fogli del Castello, il segno di Sacchetti esalta crudelmente la fisicità dei soldati, evidenziando "gli ambigui menti sfuggenti e gli occhi dal minaccioso taglio orientale, in un campionario umano, in cui ogni `ritrattoÂ', narra una storia di ottusa e bestiale alterità, nella quale anche i copricapi, elmi e berretti militari in forma di mostruose escrescenze organiche, diventano altrettanti elementi fisiognomici" (Pallottino 2003, p. 14).
Sul verso del foglio, lo schizzo di una testa femminile è da indentificare con la figura di Anna, violoncellista boemo-ungherese e moglie di Enrico Sacchetti, conosciuta dallÂ'artista in Argentina nel suo periodo di permanenza in Sud America (1908-1911). La donna, rappresentata numerosissime volte dallÂ'amato, è descritta in questo foglio con il capo leggermente rivolto a destra, pettinata secondo la moda di quegli anni e vestita da un elegante soprabito. I particolari del suo volto, il naso e la piccola bocca, risultano solamente accennati, mentre del tutto cancellati sono gli occhi, evidentemente per un ripensamento mai più portato a termine. Nonostante lÂ'assenza di particolari fisiognomici ben definiti, il delicato chiarosuro creato con tratti incrociati e veloci di sanguigna, dona al disegno una soave bellezza. La posa elegante e composta della figura, inoltre, fa pensare a un ritratto non finito eseguito rapidamente dal vero. Il foglio è stato acquistato dalla Galleria Pesaro nel 1920 in occasione della mostra personale dellÂ'artista, introdotta nel catalogo da Ugo Ojetti. Sul suo recto è presente un disegno denominato "Prigionieri tedeschi" (inv. 6257/1 D 474 Recto) probabilmente questÂ'ultimo esposto, tra il maggio e il giugno, alla mosta sopra citata.

Collocazione

Milano (MI), Civiche Raccolte Grafiche e Fotografiche. Gabinetto dei Disegni

Credits

Compilazione: Bergamo, Lucia (2018)

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