Cornice
De Donati, Giovanni Pietro; De Donati, Giovanni Ambrogio; De Donati, Alvise
Descrizione
Identificazione: Annunciazione
Autore: De Donati, Giovanni Pietro (notizie 1478-1528), intagliatore; De Donati, Giovanni Ambrogio (notizie 1484-1514), intagliatore; De Donati, Alvise (sec. XV ultimo quarto), pittore
Cronologia: ca. 1495 - ca. 1499
Tipologia: arredi e suppellettili
Materia e tecnica: legno di pioppo / doratura, intaglio, pittura
Misure: 175.5 cm x 31 cm x 234 cm
Descrizione: Un grande arco ribassato a doppia ghiera contornato da due lesene a candelabra, su alti plinti e sormontato da una ricca ed elegante cornice.
Notizie storico-critiche: L'ipotesi corrente, che si tratti della cornice dell'affresco ritenuto miracoloso dell'Incoronata di Lodi, si basa soprattutto sulla provenienza lodigiana dell'opera, che per lungo tempo era stata depositata presso il locale vescovado. Fu poi lo stesso vescovo di Lodi a venderla a un antiquario, dal quale poi passò alle Civiche Raccolte milanesi entro il 1896. I rilievi dell'ancona dell'Incoronata, eseguita dai fratelli De Donati tra il 1494 e il 1497 si identificano generalmente con quelli conservati nel Museo Civico di Lodi. La cornice del Castello, che ha seguito la fortuna critica dei rilievi lodigiani, benché non se ne sia mai dimostrata la pertinenza, secondo Venturoli doveva trovarsi al centro dell'ancona intorno all'affresco, sormontata dalla lunetta con l'Adorazione dei pastori; in basso, tra i plinti, si dovevano situare i due pannelli che compongono la scena dello Sposalizio della Vergine e ai lati le altre Scene della vita di Maria; infine all'esterno i pilastri con le dodici Sibille. Una simile struttura anticipa la forma degli altari lignei delle chiese di San Lorenzo a Mortara e dei Sette dolori di Vigevano. Non è facile tuttavia far combaciare le forme e le dimensioni dei rilievi conservati a Lodi con questa cornice. Per esempio, sovrapponendo sei Sibille da un lato e sei dall'altro con relative cornici, si ottengono due pilastri di tre metri e trenta centimetri d'altezza, contro i 234 centimetri della cornice. Come si compensava questa differenza di quasi un metro? Inoltre, le ancone con pilastri a nicchie, come le due citate di Mortara e Vigevano, ma anche l'altare di Orselina degli stessi De Donati, non presentano la duplicazione dei montanti verticali che si deve supporre per l'ancona lodigiana, dove la sequenza delle Sibille avrebbe dovuto affiancare le lesene decorate a candelabre. Si deve poi a Sandrina Bandera un'opportuna osservazione riguardo l'iconografia: l'ostentata presenza del monogramma bernardiniano graffito sull'oro nei gradini sotto i plinti, oltre alla presenza della figura di santa Marta e della Maddalena sembra rimandare, più che al contesto mariano dell'Incoronata, a una confraternita di disciplini, tanto più che a Lodi esisteva un'antica confraternita della Maddalena nell'omonima parrocchia. Non è escluso che la cornice, molto profonda, più adatta forse ad ospitare sculture che un dipinto (come osservò durate il restauro del 1998 Eugenio Gritti), potesse racchiudere una scena della Resurrezione di Lazzaro, che vede coinvolta la Maddalena, e che costituirebbe un'anlicipazione dell'ancona di Caspano in Valtellina. Gli intagli decorativi della cornice rimandano a opere dei De Donati, dalla cornice del Polittico di Treviglio (1485-14901), all'ancona di Caspano, dove compare la firma di Alvise (o Luigi che dir si voglia) De Donati. L'attività dei fratelli milanesi, legata alla fortuna critca dei rilievi di Lodi, viene accolta da quasi tutta la critica. Ha registrato poche voci discordanti, quasi tutte col tempo entrate nell'opinione più generale. L'intervento pittorico sulla cornice trova stanzialmente concorde la critica roprio sul nome di Alvise De Donati: si tratta di un pittore con uno stile piuttosto nervoso, memore di Butinone e della pittura ferrarese, solo superficialmente toccato dall'esperienza leonardesca e in ciò piuttosto diverso dal pittore attivo sull'altare di Orselina, pur nella probabile vicinanza di date, nell'ultimo decennio del Quattrocento. Sostanzialmente inedita e mai messa in rapporto con De Donati, è la cornice esposta al Victoria and Albert Museum (inv. 893-1859), che si può utilmente affrontare con l'opera in esame, con l'anconetta delle Civiche Raccolte, in mostra (inv. SL 37) e con l'ancona della Resurrezione di Lazzaro di Caspano.
Collezioni: Collezione dei mobili del Museo delle Arti decorative del Castello Sforzesco, Collezioni delle Civiche Raccolte d'Arte Applicata del Castello Sforzesco
Collocazione
Milano (MI), Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco. Raccolte d'Arte Applicata
Credits
Compilazione: Casciaro, Raffaele (2005)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/5q030-00090/
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