Statua

Berthelot, Guillaume

Statua

Descrizione

Identificazione: Udito

Autore: Berthelot, Guillaume (1575 (?)-1648)

Cronologia: 1613

Tipologia: arredi e suppellettili

Materia e tecnica: avorio / intaglio

Notizie storico-critiche: Secondo quanto spiega lo stesso Lucini Passalacqua nella particolareggiata descrizione del mobile data alle stampe nel 1620, le statuette d'avorio inserite nello stipo rappresentano le allegorie dei cinque sensi secondo i dettami dell'Iconografia di Cesare Ripa. Il Gusto ha nella destra un cesto di frutta e nella sinistra una pesca; gli attributi della Vista sono lo scudo con l'aquila che guarda il sole e uno specchio la cui parte superiore è oggi mancante; il falcone e la tartaruga designano il Tatto, mentre l'Udito ha la veste con orecchie di toro in rilievo, suona il liuto ed ha una cerva accucciata ai suoi piedi. La statuetta dell'Odorato è stata rubata nel 1956 e sostituita con una copia del Tatto (un'altra copia del Tatto è nei depositi di questo Museo). Sappiamo che l'Odorato aveva la veste tempestata di fiori, un vaso nella mano sinistra da cui uscivano vapori profumati, nella destra un mazzo di fiori e un bracco accucciato ai piedi.
Dell'autore di questi avori, identificato dallo stesso Lucini in "Guglielmo Bartolotti Francese", cioè Guillaume Berthelot, sono note alcune opere eseguite a Roma tra il 1610 e il 1617 prima che lo scultore si spostasse in Francia al servizio di Maria de' Medici: a Roma scolpisce due grandi Angeli in bronzo per l'altare della Cappella Paolina in Santa Maria Maggiore e, al centro della piazza omonima, la Madonna col Bambino anch'essa in bronzo; per il Palazzo di Montecavallo esegue un San Paolo in marmo sulla facciata e un Angelo reggistemma a sinistra del portale d'ingresso verso la Cappella Paolina. Un Crocifisso ligneo in Santa Maria in Vallicella gli è poi attribuito dal Baglione. Quest'ultimo dedica allo scultore una delle Vite, testimoniando così del ruolo di primo piano avuto da questi nelle vicende della scultura del primo Seicento a Roma. Non è da escludere che, in occasione di questa commissione, Berthelot abbia soggiornato a Como verso il 1613 anche se le parole del Lucini riguardo alle modalità della costruzione dello stipo ("havendo cercato ... di far fare a casa mia, ed alla mia presenza, quanto ho potuto") sembrano implicitamente ammettere che non gli era stato possibile avere il controllo diretto di tutti gli artisti e gli artigiani coinvolti. Certo è che il Lucini seguiva con grande interesse i fatti artistici dell'Urbe con particolare riguardo alla scultura. Un viaggio a Roma fatto dal Lucini nel 1621 è documentato, ma è probabile che il canonico vi si fatti artistici dell'Urbe con particolare riguardo alla scultura. Un viaggio a Roma fatto dal Lucini nel 1621 è documentato dall'epistolario di Gerolamo Borsieri ma è probabile che il canonico vi si fosse recato anche in precedenza. [Zanuso]

Collezioni: Collezione dei mobili del Museo delle Arti decorative del Castello Sforzesco, Collezioni delle Civiche Raccolte d'Arte Applicata del Castello Sforzesco

Collocazione

Milano (MI), Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco. Raccolte d'Arte Applicata

Credits

Compilazione: Colle, Enrico (1996); Zanuso, Susanna (1996)

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