Tavolino
Maggiolini, Giuseppe (attribuito)
Descrizione
Identificazione: La fucina di Vulcano
Autore: Maggiolini, Giuseppe (attribuito) (1738-1814)
Cronologia: ca. 1725 - ca. 1750
Tipologia: arredi e suppellettili
Materia e tecnica: legno / impiallacciatura in palissandro, intarsio in avorio, intarsio in bosso, intarsio in olivo; vetro a specchio; bronzo / cesellatura, doratura
Misure: 57 cm x 36 cm x 74 cm
Descrizione: Il tavolino, che ha un contropiano con specchio che si apre a forma di leggio e, sul fondo, una tavoletta estraibile verticalmente (decorata da un lato con due festoni trattenuti al centro da una testa di caprone, e dall'altro da un ovale contenente l'officina di Vulcano), fu concepito come toilette e, allo stesso tempo, come scrittoio. La parte frontale, infatti, si alza e forma un ulteriore piano d'appoggio, mentre all'interno trovano posto un vano con quattro cassetti. Al centro del piano impiallacciato d'olivo è raffigurata ad intarsio una scena classica dove compaiono due donne panneggiate all'antica che si rivolgono ad un giovane seduto su di un basamento. Le gambe piramidali scanalate sono decorate in alto con piccoli festoni di bronzo dorato.
Notizie storico-critiche: L'iscrizione "A.C." dovrebbero essere le iniziali di Antonio Coldiroli probabile esecutore del disegno preparatorio, tuttora conservato, insieme ad un altro esemplare, nel Fondo Maggioliniano del Castello Sforzesco (Inv. nn. B129 e A86, con l'attribuzione a Giuseppe Levati). Le gambe piramidali scanalate sono decorate in alto con piccoli festoni di bronzo dorato, materiale quest'ultimo utilizzato anche per formare i puntali dei piedi a forma di pallina da cui si dipartono piccole foglie d'acanto. Così come per la scena intarsiata sul piano, che raffigura un episodio "copiato dalle monete di Domiziano" - secondo quanto riportato dalla scritta apposta sul disegno inventariato al n. B129 - esistono dei progetti anche per il motivo, a forma di conchiglia stilizzata tra girali eli foglie d'acanto, che orna la balza sotto il piano (Inv. nn. A242-243, A364 e B451). Questo motivo decorativo, in parte rielaborato dagli ornati rocaille, e la forma semplice ma funzionale tipica della mobilia eseguita intorno agli anni settanta e ottanta del Settecento, farebbero pensare ad una datazione precoce di questo arredo che, vista la straordinaria qualità tecnica delle sue tarsie, dovrebbe rientra re nella produzione autografa del Maggiolini.
Collezioni: Collezione dei mobili del Museo delle Arti decorative del Castello Sforzesco, Collezioni delle Civiche Raccolte d'Arte Applicata del Castello Sforzesco
Collocazione
Milano (MI), Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco. Raccolte d'Arte Applicata
Credits
Compilazione: Colle, Enrico (1996)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/5q030-00241/
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