Console
bottega Italia Settentrionale?
Descrizione
Ambito culturale: bottega Italia Settentrionale?
Cronologia: 1700 - 1709
Tipologia: arredi e suppellettili
Materia e tecnica: legno / doratura, intaglio; marmo rosso di Verona / sagomatura
Misure: 215 cm x 105 cm x 80 cm
Descrizione: Struttura, formata da ampie e carnose volute di foglie d'acanto poste a sorreggere il piano di marmo.
Notizie storico-critiche: Lo straordinario arredo riprende la struttura, formata da ampie e carnose volute di foglie d'acanto poste a sorreggere il piano di marmo, dalla fastosa mobilia prodotta a Roma verso la fine del Seicento su progetti di Gian Lorenzo Bernini e della sua scuola. Tale dipendenza dai modelli tardobarocchi romani, diffusi anche nell'Italia settentrionale attraverso le incisioni di Filippo Passarini o, ad esempio, i disegni del più stretto collaboratore del Bernini, l'austriaco Giovanni Paolo Schor, il cui influsso è evidente nelle volute di foglie d'acanto del nostro arredo e risulta presente anche nella elaborata cornice per la Madonna Sistina eseguita da Giovanni Setti tra il 1697 e il 1698. L'enfasi stilistica posta dagli intagliatori genovesi prima, ed emiliani poi, nel modellare la continua trasformazione del motivo decorativo della voluta si riscontra anche in un disegno per una console, attribuita al Parodi da Lauro Magnani, in cui il piano di marmo sagomato è sorretto, oltre che da due figure semisdraiate, da un groviglio di foglie d'acanto la cui concezione potrebbe essere considerata l'illustre precedente della console delle Civiche Raccolte milanesi e, per estensione, di un tavolo parietale (battuto all'asta Christie's di Montecarlo nell'aprile 1989, lotto n. 178), formato unicamente da tre ampie e frastagliate foglie d'acanto che allargandosi e arricciando le punte verso l'alto offrono un valido supporto al piano di marmo. Per quel che riguarda l'area storico-geografica d'origine di questo arredo, si può ricordare che i rapporti economici e culturali tra Genova e Piacenza furono, fin dal XVII secolo, molto frequenti: basti pensare che Domenico Piola realizzò, insieme ai figli Anton Maria e Paolo Girolamo, un affresco (ora distrutto) per l'abside della chiesa di Santa Maria della Torricella e la decorazione della galleria del palazzo dei conti Baldini in via San Siro e che il Parodi nel 1683, durante un suo viaggio a Venezia, sostò per qualche tempo nella vicina Parma (Magnani, 1988, p. 206). È dunque probabile che un'eco delle soluzioni ornamentali genovesi sia filtrata in area parmense, dove i Farnese si dimostravano particolarmente attenti alle possibilità decorative che l'evoluzione dello stile barocco romano poteva offrire anche nell'ambito dell'arredo. Uno stile che non rimase circoscritto all'area emiliana, ma che, grazie anche all'attività dei Fantoni, si diffuse nelle provincie di Bergamo e Brescia, arrivando fino nella Valtellina, dove venne soprattutto utilizzato per la realizzazione di arredi sacri, ad esempio il tronetto per l'esposizione eucaristica (conservato nel Museo Civico di Bormio): in cui l'intagliatore Giambattista Del Piaz (Noè 1994, p. 277, fig. 224) dispose nel 1733 ridondanti girali di foglie d'acanto, in modo analogo a quello condotto dall'anonimo artigiano che eseguì la nostra console.
L'arredo fu riprodotto, insieme alla cornice con NINN 778, in un disegno acquerellato eseguito verso la fine del secolo scorso da Luigi Fulieri e conservato nel Gabinetto dei disegni del Castello Sforzesco (Inv. Scuole D 52).
Collezioni: Collezione dei mobili del Museo delle Arti decorative del Castello Sforzesco, Collezioni delle Civiche Raccolte d'Arte Applicata del Castello Sforzesco
Collocazione
Milano (MI), Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco. Raccolte d'Arte Applicata
Credits
Compilazione: Colle, Enrico (1996)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/5q030-00732/
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