Arazzo

Benedetto da Milano; Bramantino [per Suardi, Bartolomeo]

Arazzo

Descrizione

Identificazione: Gennaio

Autore: Benedetto da Milano (notizie sec. XVI), arazziere; Bramantino [per Suardi, Bartolomeo] (1465-1530 ca.), cartonista

Cronologia: ca. 1503 - ca. 1512

Tipologia: tessuti

Materia e tecnica: lana / lavorazione a telaio; seta

Misure: 507 cm x 463 cm

Descrizione: Gennaio è caratterizzato dalla presenza dell'Acquario. La personificazione del mese è un uomo con due volti, uno barbuto e uno glabro; tiene nella mano sinistra una grossa chiave e nella destra un bastone con cui indica il sole. Gennaio è ritto su un'ara su cui vi sono un vaso blu ricco di frutta e un fiasco e che reca l'iscrizione descrittiva del mese. Dietro spunta un ramo di cardo. Seduti per terra vi sono uno zampognaro, a sinistra, e un uomo con un bambino, a destra. Sul proscenio si vedono una brocca, un fiasco, due bicchieri, una pagnotta, e alcuni strumenti per il lavoro nei campi. Inoltre, sempre in primissimo piano, vi sono forme tondeggianti che sembrano palle di neve sporche. Nella scena si svolge una danza carnevalesca. A sinistra vi sono figure con indumenti orientali che ballano. Sulla destra vi è un uomo che tiene in mano una vanga e altri due che calpestano una lastra ghiacciata. Altri uomini presenti nella scena sono vestiti con fogge differenti e sembrano anche loro impegnati in danze. Due personaggi in secondo piano hanno costumi a scaglie e tengono bastoni cui sono appesi dei sacchi o vesciche di maiali. La scena si svolge in una piazza su cui si affacciano edifici. Dalle finestre degli edifici sbucano uomini e donne che osservano la festa del Carnevale.

Notizie storico-critiche: La personificazione ha le sembianze di Giano bifronte con i suoi caratteristici attributi secondo quanto descritto da Ovidio nei Fasti (I, 99). Bramantino ha recuperato una personificazione del mese di Gennaio che era assente nei calendari figurati quattrocenteschi e che era adottata nei cicli medievali dei Mesi. Tuttavia l'iconografia medievale si allontanava da quella propria del mondo classico e quindi Bramantino riprende quest'ultima, senza mediazioni e travisamenti.
Il precedente per il motivo iconografico della danza carnevalesca è la miniatura del mese di Febbraio nel Libro delle Ore Borromeo, conservato a Milano nella Biblioteca Ambrosiana. E' anche probabile che, per la concezione del Dicembre, Bramantino si sia avvalso di modelli nordici. Gli arazzi carnevaleschi di origine nordica erano diffusi in Italia come attesta la descrizione di uno di essi in un inventario quattrocentesco della corte estense di Ferrara: il grande arazzo detto 'dei Buffoni' (Forti Grazzini). Insolita è la raffigurazione della festa carnevalesca in Gennaio, tanto più che alcuni studiosi come Vicenzi e Nicodemi hanno scambiato il Febbraio con Gennaio.
Lo scenario urbano in cui è ambientata la scena appare come una scenografia teatrale. Qui sono inevitabili i riferimenti a Bramante e a Sebastiano Serlio. Questa scenografia richiama anche la Veduta urbana (o Città Ideale) conservata a Urbino, nel Museo Nazionale delle Marche.
L'arazzo di Gennaio è stato tessuto nel corso del 1509. Vi è un pagamento versato dal Magno, risalente al 18 settembre.

Collezione: Collezioni delle Civiche Raccolte d'Arte Applicata del Castello Sforzesco

Collocazione

Milano (MI), Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco. Raccolte d'Arte Applicata

Credits

Compilazione: Forti Grazzini, Nello (1984)

Aggiornamento: Garzillo, Benedetto (2015); Barbieri, Lara Maria Rosa (2021)

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