Vaso

produzione giapponese

Vaso

Descrizione

Identificazione: cicala

Denominazione: Kabin

Ambito culturale: produzione giapponese

Cronologia: post 1603 - ante 1868

Tipologia: arredi e suppellettili

Materia e tecnica: bronzo / fusione a cera persa, patinatura, fusione

Misure: 24 cm x Ø 7 cm

Descrizione: Vaso in bronzo con piede circolare, base a campana, pancia sferica leggermente schiacciata i poli e lungo collo cilindrico a bocca stretta con labbro espanso verticalmente a disco dello stesso diametro del piede. A metà della lunghezza del corpo si trovano due anse a forma di cicala (semi). Sulla spalla un decoro a forma di quattro petali modanati. Le cicale sono applicate su un fondo di inciso a greche ripetute (raimon). Il bordo esterno del piede e della bocca sono decorati con bullette a rilievo entro cerchi concentrici incisi. Il metallo è di colore cangiante a seconda della luce, tendendo dal giallo grigio all'arancione e non sembra artificialmente patinato.

Notizie storico-critiche: Anche questo vasetto, come il Num. inv. C 00087 si può definire "ichirinzashi " (per contenere un solo ramo), per cui possiamo immaginare venisse utilizzato per l'esposizione di fiori all'interno della nicchia tokonoma. Lo stile colto dell'opera unisce motivi acraicistici e tradizionali giapponesi. La decorazione a bullette arcaicizzante e i due dischi del medesimo diametro per la bocca e il piede si ritrovano anche nel Num. inv. C 00053 di questa collezione e in due enormi vasi del temipo Toshogu di Nikko del XVII secolo. In comune a questi ultimi, oltre al decoro di bullette si deve notare la forma sferica della pancia. Un vaso con anse a forma di cicala si trova nella collezione Garda di Ivrea. Koyama, che ha pubblicato il pezzo, purtroppo non offre una datazione. La cicala ha una notevole importanza nella cultura giapponese ed è citata nella letteratura classica. Un famoso haiku (poesia breve di diciassette sillabe [5-7-5]), del poeta Matsuo Basho (1644-1694) recita (shizukasa ya\ iwa ni shimiiru\ semi no koe), «Ah il silenzio! nelle rocce penetra il canto delle cicale». La cicala evoca dunque l'estate, per cui è plausibile pesare che questa fosse la stagione adatta ad esporre questo vaso. La cicala può tuttavia in alcuni casi indicare anche primavera e autunno. Il frinire delle cicale è infatti diverso a seconda delle specie che compaiono in vari momenti dell'anno. Poiché la cicala vive la gran parte della sua vita nel terreno per uscirne soltanto nei suoi ultimi giorni per liberarsi dal suo involucro, senza passare attraverso la fase di pupa, la cicala è vista in oriente come simbolo di trasformazione, rinascita e evanescenza. Il terzo capitolo del famoso romanzo Genji Monogatari è intitolato Utsusemi, "la spoglia della cicala", dal nome che il principe Gengi lega poetcamente a una sua amata per avere abbandonato lo scialle come la cicala che perde la sua spoglia, sfuggendogli nel momento in cui lui si era intrufolato nella sua stanza.
La fattura notevole di questo pezzo si apprezza nel peso, nel colore chiaro della lega e nella precisione delle forme, particolari che fanno pensare a una produzione speciale, forse eseguita su committenza.

Collocazione

Milano (MI), Polo Arte Moderna e Contemporanea. Museo delle Culture

Credits

Compilazione: Amadini, Pietro (2011)

Aggiornamento: Mazzeo, Eleonora (2020); Pettenuzzo, Serena (2020)

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