Amitayus

produzione cinese

Amitayus

Descrizione

Identificazione: buddha

Ambito culturale: produzione cinese

Cronologia: post 1770

Tipologia: scultura

Materia e tecnica: bronzo / fusione a cera persa, doratura

Misure: 11.5 cm x 9.2 cm x 21.5 cm (intero)

Descrizione: Scultura in bronzo dorato raffigurante il buddha di lunga vita Amita¡yus seduto nella posizione del loto, padmasana e le mani in dhyanamudra, su un trono coperto da un tessuto che ricade frontalmente e con aureola posteriore a doppia mandorla fiammeggiante. Piedistallo quadrangolare traforato e sagomato con motivi a doppia voluta con al centro una perla. Amita¡yus indossa tipicamente una corona a cinque cuspidi con nastri pendenti che ricadono sulle spalle. Il buddha ha un'alta protuberanza cranica (usnisa), con al centro il gioiello, e i capelli di colore blu che si dipartono dalla nuca in due ciocche che cadono sugli avambracci. Indossa la tipica veste indiana (dhoti), che lascia una spalla scoperta e indossa orecchini e una collana con tre pendenti. Un foro in corrispondenza delle mani.

Notizie storico-critiche: Il buddha di lunga vita Amita¡yus, in cinese Wuliangshoufo o Changshoufo (oppure Emituofo: Amita¡bha o Amita¡yus), rappresenta un aspetto del buddha Amitabha in sambhogaka¡ya e si distingue per la presenza fra le mani della fiala kalasa che contiene il nettare dell'immortalità amrita. In questo caso la fiala, che si incastrava nel foro fra le mani, è andata persa. Figure come questa, talvolta identiche in ogni particolare a questa statua, o talvolta con solo piccole differenze nella forma dei gioielli, si traovano in grande quantità nelle collezioni delle Raccolte Extraeuropee. Ben 3 provengono dalla collezione Passalacqua. Sono infatti statuine comuni che è facile trovare in ogni collezione italiana (Stibbert, Museo Missionario di S. Francesco a Fiesole, MAO di Torino, Il Vittoriale, ecc.). Perché ne sian state prodotte in tale quantità non è chiaro, ma secondo alcuni autori si tratterebbe di statuine create per la famosa pagoda dei diecimila buddha. Più probabilmente, sotto Qianlong, seguace del buddhismo lamaista, la figura di Amita¡yus divenne particolarmente popolare e questo tipo di statuina votiva, contenente preghiere, da lasciare al tempio e da apporre sui muri laterali delle sale cominciò a essere prodotta in serie. Li, definisce queste statuine di tipo "standard", a cominciare dal periodo Qianlong. La produzione sarebbe stata talmente grande da creare così tante scorte da determinare un arresto della produzione nei periodi finali della dinastia Qing.
Alcuni autori (fra i quali Montuschi e Cai) la ritengono una produzione per il Nepal.

Collocazione

Milano (MI), Polo Arte Moderna e Contemporanea. Museo delle Culture

Credits

Compilazione: Amadini, Pietro (2011)

Aggiornamento: Antonini, Anna (2018); Di Marco, Rossella (2018); Mazzeo, Eleonora (2018)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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