Spada
Manifattura berbera della Cabilia
Descrizione
Denominazione: Flyssa algerino
Ambito culturale: Manifattura berbera della Cabilia
Cronologia: fine sec. XIX
Tipologia: armi e oggetti storico-militari
Materia e tecnica: acciaio; legno; ottone
Misure: 2.9 cm x 47 cm ; 2.5 cm x 36.9 cm (lama)
Descrizione: Spada tradizionale (flyssa algerino) con impugnatura ottagonale in legno ricoperto da lamierino di ottone, in parte mancante, inciso a triangoli zigrinati e attaccato tramite chiodi. Pomo a testa zoomorfa squadrata e stilizzata sporgente verso il lato del filo. Nei punti in cui manca la copertura d'ottone, si intravede il codolo piatto che si unisce a una breve sezione ottagonale in acciaio che costituisce un tutt'uno con la lama. Lama fine, a un filo, concavo nel forte, poi convesso nel medio e debole e terminante a punta aguzza all'insù. Il dorso, piatto, prosegue dritto fino al debole dove si curva leggermente seguendo la direzione del filo. Il filo è sottolineato da una depressione a sguscio che crea una cresta che dal forte termina sulla punta. Al tallone, un decoro inciso, con agemina d'ottone, di semicerchio delimitato da due incisioni sinuose.
Notizie storico-critiche: Il flyssa è la spada tradizionale delle popolazioni berbere che abitano le regioni montagnose della Cabilia a nord dell'Algeria. Il nome deriverebbe dalla tribù Iflisen (Bladeforum) o Flisse (AA.VV., Museo dell'uomo, usi, costumi, tradizioni di tutti i popoli della Terra, [W.E.L. Italiana] Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1964, Vol. 3, p. 30) che per prima avrebbe prodotto quest'arma, già alla fine del XVIII secolo. Particolare la forma del filo, che ricorda lo yatagan turco, ma molto più fine, poiché l'arma veniva usata principalmente di punta. Ora i flyssa si trovano in tutta l'area compresa fra Algeria e Marocco. Talvolta si trovano con foderi uguali al nimcha marocchino.
Questo modello, di piccole dimensioni rispetto alla lunga spada usata per tutto il secolo XIX, dalla quale prende ispirazione, è abbastanza comune. I triangoli incisi sull'impugnatura rappresenterebbero una combinazione di simboli talismanici e segni tribali tipicamente berberi. La testa stilizzata è probabilmente quella di un ovino o di un altro animale d'allevamento.
Riferimenti:
G. C. Stone, A glossary of the construction, decoration and use of arms and armours; in all countries and in all times, New York, Jack Brussell Publisher, Noble offset printers inc., 1961.
A. Fisher, Africa Adorned, New York, Harry N. Abrams inc. 1984.
C. Spring, African Arms and Armours, British Museum Press, 1993.
Collocazione
Milano (MI), Polo Arte Moderna e Contemporanea. Museo delle Culture
Credits
Compilazione: Amadini, Pietro (2002)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/6c040-00124/
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