Coltello
Manifattura del Mar Rosso
Descrizione
Denominazione: Jambiya
Ambito culturale: Manifattura del Mar Rosso
Cronologia: secc. XIX/ XX
Tipologia: armi e oggetti storico-militari
Materia e tecnica: corno; osso; ottone; ferro; pelle; legno; dorature e smalti
Misure: 5.5 cm x 42 cm ; 3 cm x 25.5 cm (lama); 5 cm x 31.5 cm (fodero)
Descrizione: Coltello Jambiya con pomo semisferico d'ottone seguito da un'impugnatura dal profilo rastremato al centro, costituita di due parti, una d'osso e una di corno più scura, intervallate da un anello centrale d'ottone. Lama curva con filo al convesso, più larga nel medio, dove curva drasticamente per restringersi a punta acuta. Fodero piatto in legno rivestito di pelle e ottone (o rame dorato?) decorato superiormente a smalti cloisonné (bianco, verde, rosso, blu e azzurro) e sul lato inferiore decorato a cesello a motivi floreali; imboccatura rivestita di fettuccia di pelle arrotolata, dalla quale sporgono alcuni lacci; finale a forma di fiore stilizzato.
Notizie storico-critiche: È un coltello molto particolare di cui, nelle ricerche effettuate sinora, non si sono trovati esemplari simili. Lo jambiya è l'arma favorita dagli arabi wahabiti. Come dice il nome (jamb = lato) viene portato nella cintura alla sinistra. In Arabia e in Africa la produzione di armi non è generalmente molto raffinata. Nel caso in questione è da notarsi l'acciaio scadente della lama, gli smalti fusi grossolanamente e l'approssimativa decorazione a cesello del fodero. È evidente tuttavia la volontà di creare qualcosa di elaborato, prendendo a modello i più preziosi kindjal persiani, in una rilettura fatta usando tecniche ancora poco assimilate. Gli smalti cloisonné e champlevé persiani sono generalmente di qualità inferiore a quelli estremorientali e vengono dipinti a pennello prima di essere fusi (P. Venturoli (a cura di), Ferro, Oro, Pietre Preziose... Le armi orientali dell'Armeria Reale di Torino, Torino-Londra, Umberto Allemandi & C., 2001, p. 70). Nel caso arabo in questione la tecnica è ancora molto primitiva e gli smalti hanno una superficie irregolare, poiché non sono levigati, e presentano diverse lacune. Oltre alla qualità dei materiali, gli elementi che caratterizzano questo pugnale e che ne permettono una approssimativa collocazione geografica, sono due in particolare: la fattura dell'impugnatura con pomo in bronzo su osso e la linea della lama che curva drasticamente a metà della sua lunghezza.
Un pugnale abissino della seconda metà del XIX secolo, esposto al Victoria & Albert Museum, ha una lama dal profilo simile, ma crestata, e un pomo in bronzo di forma leggermente diversa. Un altro, al museo Pigorini di Roma, usato dagli Afar, Danakil e dagli Issa di Gibuti e dell'Harar, ha il pomo in bronzo separato dall'impugnatura, e il fodero in pelle, decisamente più sobrio di quello in esame (A. Cardelli Antinori, M. Hohenegger (a cura di), Lo Splendore del Guerriero, le armi africane antiche del Museo Pigorini, Roma, Ingegneria per la cultura, 1999, p. 12). Ancora, Spring (C. Spring, African Arms and Armours, British Museum Press, 1993, p. 105) mostra una lama simile in un pugnale gile dei Dankil, Issa, e popolazioni relative del Djibouti, dell'Eritrea e delle aree adiacenti l'Etiopia e la Somalia. Il modello più vicino a questo è forse un pugnale conservato al British Museum, che presenta una impugnatura d'osso giallo con il pomo di forma simile, ma in corno nero, definito Hadrami Jambiyyah [Hadramawt o Hadramaut, provincia dello Yemen, che comprende una stretta fascia costiera sul golfo di Aden e gli aspri rilievi meridionali della penisola araba] e datato all'anno 1920. Questa forma di lama sarebbe dunque tipica dello Yemen, sebbene alla fine del XIX secolo si sia sparsa in tutta la penisola e soprattutto nelle regioni centrali e occidentali del Najd e dello Hejaz (AA.VV., Museo dell'uomo, usi, costumi, tradizioni di tutti i popoli della Terra, [W.E.L. Italiana] Milano, Fratelli Fabbri Editori, 1964, Voll., Vol. 6, p. 52). Il fodero di un'esemplare yemenita della metà del XX secolo, è anch'esso decorato con smalti vitrei. In conclusione, nonostante non si sia riusciti a trovare pugnali come questo, sembra verosimile collocare geograficamente l'opera nell'area meridionale del Mar Rosso che interessa il sud dell'Arabia, lo Yemen e le vicine coste dell'Eritrea e del Gibuti.
Riferimenti:
G. C. Stone, A glossary of the construction, decoration and use of arms and armours; in all countries and in all times, New York, Jack Brussell Publisher, Noble offset printers inc., 1961.
R. Elgood, Arms and Armour of Arabia: in the XVIII - XIX and XX Centuries, Hants, Scolar Press, 1994.
Collocazione
Milano (MI), Polo Arte Moderna e Contemporanea. Museo delle Culture
Credits
Compilazione: Amadini, Pietro (2002)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/6c040-00129/
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