Liuto ad arco indiano
Cultura popolare del Beluchistan
Descrizione
Ambito culturale: Cultura popolare del Beluchistan
Cronologia: prima metà sec. XX
Tipologia: strumenti musicali
Materia e tecnica: legno, pelle, crini di cavallo, acciaio, ottone, specchio, nylon
Misure: 27.5 cm x 15 cm x 60 cm
Descrizione: Il Sarinda ha cassa armonica cuoriforme, parzialmente ricoperta di pelle che forma il piano armonico; sulla cassa cinque cerchi a specchio circondati da cerchietti color argento; stessi decori sullo spessore e sul riccio; sei piroli (e quattro mancanti). Varie decorazioni con nappe di filo colorato; archetto munito di bubboli all'impugnatura.
Notizie storico-critiche: Luogo d'uso: Pakistan, Afghanistan, India settentrionale, Nepal
La sarinda è un cordofono ad arco presente in Afghanistan meridionale, tipico delle etnie Pashtun e Beluchi (presenti anche in Pakistan), e diffuso, con vari nomi, nell'Asia meridionale tra l'Iran e l'India nord-orientale. Lo strumento si presenta in varie dimensioni e con importanti differenze nella qualità costruttiva; in Nepal soprattutto sono diffuse tipologie di sarinda piuttosto rozze e poco standardizzate nei dettagli costruttivi, che peraltro convivono con strumenti di grande qualità, spesso arricchiti da pregevoli sculture; nelle molteplici varianti, ciò che è essenziale per l'identificazione dello strumento è soprattutto la cassa a forma di cuore, molto scavata lateralmente e dal fondo arrotondato (nell'India orientale le rientranze laterali si prolungano anche nel fondo), in cui solo l'estremità inferiore è coperta dalla membrana di pelle animale che funge da piano armonico. Il ponticello, appoggiato sul piano armonico, è di solito in posizione obliqua rispetto alle corde. Il manico è piuttosto corto e talvolta la tastiera (priva in realtà dei tasti) si prolunga nella parte superiore della cassa. Il cavigliere è piegato all'indietro; negli strumenti più elaborati, soprattutto nepalesi, è talvolta sormontato da sculture raffiguranti animali simbolici, come uccelli o elefanti; le caviglie sono inserite lateralmente. L'arco è curvo e piuttosto pesante. La sarinda viene suonata tenendola verticalmente appoggiata alle gambe e alla spalla del suonatore, con la stessa postura e la stessa tecnica dei sarang. Si ritiene che la sarinda derivi dal qobuz, cordofono ad arco degli sciamani dell'Asia centrale: confermerebbe tale ipotesi il fatto che in Beluchistan e in Sind essa sia utilizzata negli esorcismi e per curare stati di depressione. Nelle aree nord-occidentali la sarinda accompagna la voce o il flauto, in quelle nord-orientali può accompagnare la danza, talvolta insieme al dutara. Per i caratteri morfologici specifici e le decorazioni, lo strumento in questione appartiene molto probabilmente all'etnia Beluchi, e pertanto proviene dai territori ove questa è maggioritaria in Pakistan o in Afghanistan.
Collocazione
Milano (MI), Polo Arte Moderna e Contemporanea. Museo delle Culture
Credits
Compilazione: Guizzi, Febo (2001)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/6c040-03252/
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