Liuto ad arco indo - nepalese
Cultura popolare del Nepal
Descrizione
Ambito culturale: Cultura popolare del Nepal
Cronologia: sec. XX
Tipologia: strumenti musicali
Materia e tecnica: legno, pelle di rettile, plastica, fibra naturale
Misure: 10.5 cm x 7 cm x 55 cm
Descrizione: Sarinda con cassa armonica cuoriforme e manico ricavati da un unico blocco di legno molto scuro; piano armonico in pelle di serpente; bordo del cavigliere funge da capotasto, incurvato all'indietro a forma di riccio, ha quattro piroli laterali; cassa armonica divisa in due zone, quella superiore è aperta e quella inferiore è chiusa dal piano armonico su cui poggia il ponticello; le due zone sono separate da due concavità simmetriche.
Notizie storico-critiche: Luogo d'uso: Pakistan, Afghanistan, India settentrionale, Nepal
La sarinda è un cordofono ad arco presente in Afghanistan meridionale, tipico delle etnie Pashtun e Beluchi (presenti anche in Pakistan), e diffuso, con vari nomi, nell'Asia meridionale tra l'Iran e l'India nord-orientale. Lo strumento si presenta in varie dimensioni e con importanti differenze nella qualità costruttiva; in Nepal soprattutto sono diffuse sarinde piuttosto rozze e poco standardizzate nei dettagli costruttivi, che peraltro convivono con strumenti di grande qualità, spesso arricchiti da pregevoli sculture; nelle molteplici varianti, ciò che è essenziale per l'identificazione dello strumento è soprattutto la cassa a forma di cuore, molto scavata lateralmente e dal fondo arrotondato (nell'India orientale le rientranze laterali si prolungano anche nel fondo), in cui solo l'estremità inferiore è coperta dalla membrana di pelle animale che funge da piano armonico. Il ponticello, appoggiato sul piano armonico, è di solito in posizione obliqua rispetto alle corde. Il manico è piuttosto corto e talvolta la tastiera (priva in realtà dei tasti) si prolunga nella parte superiore della cassa. Il cavigliere è piegato all'indietro; negli strumenti più elaborati, soprattutto nepalesi, è talvolta sormontato da sculture raffiguranti animali simbolici, come uccelli o elefanti; le caviglie sono inserite lateralmente. L'arco è curvo e piuttosto pesante. La sarinda viene suonata tenendola verticalmente appoggiata alle gambe e alla spalla del suonatore, con la stessa postura e la stessa tecnica dei sarang. Si ritiene che la sarinda derivi dal qobuz, cordofono ad arco degli sciamani dell'Asia centrale: confermerebbe tale ipotesi il fatto che in Beluchistan e in Sind essa sia utilizzata negli esorcismi e per curare stati di depressione. Nelle aree nord-occidentali la sarinda accompagna la voce o il flauto, in quelle nord-orientali può accompagnare la danza, talvolta insieme al dutara. Per i caratteri morfologici specifici e le decorazioni, lo strumento in questione appartiene molto probabilmente all'etnia Beluchi, e pertanto proviene dai territori ove questa è maggioritaria in Pakistan o in Afghanistan.
Lo strumento in uso in area nepalese, detto anche gaine sarangi, ha solo quattro corde, un corpo relativamente stretto e allungato con un largo manico e una cassa scavata con due concavità simmetriche che terminano a punta. E' utilizzato dai cantori Gaine.
Collocazione
Milano (MI), Polo Arte Moderna e Contemporanea. Museo delle Culture
Credits
Compilazione: Guizzi, Febo (2001)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/6c040-03266/
NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).