Cetra indiana a pizzico con tastiera a tangenti
Cultura popolare dell'India urbana
Descrizione
Identificazione: Cordofoni semplici
Ambito culturale: Cultura popolare dell'India urbana
Cronologia: - ante 1958
Tipologia: strumenti musicali
Materia e tecnica: legno (paulownia imperialis ?), lamierino di ferro, ferro
Misure: 11 cm x 60.4 cm x 3 cm ; 127 cm x 34 cm (cassa armonica); 395 (tastiera); Ø 38 cm (foro di risonanza)
Descrizione: Bulbultarang costituito da una cassa di legno (forse Paulownia Imperialis) di forma rettangolare con il profilo rastremato verso il lato delle caviglie; due caviglie con ampia presa bilobata; ventitré tasti (due mancanti); struttura a mensola sovrasta il piano delle corde ed incorpora ventitré leve di ferro disposte su due file.
Notizie storico-critiche: Il bulbultarang è una cetra a pizzico con tastiera meccanizzata, diffusa in India, Pakistan e nel Beluchistan indiano. È chiamata anche banjo, benju o mandolin . Deriva dal taisho-goto, inventato in Giappone durante l'era Taisho e immediatamente diffusosi nell'Asia del sud; in India è particolarmente comune tra Bombay e Karachi. Il bulbultarang ("capriccio dell'usignolo") monta corde metalliche: due principali, più alcune corde di bordone. Esse vengono pizzicate per mezzo di un plettro. La lunghezza vibrante delle corde è determinata da barrette metalliche, azionate da tasti da macchina da scrivere, disposti cromaticamente in due ottave. Il bulbultarang Baluchi è lungo un metro e monta sei corde, i bordoni sono intonati alla tonica e dominante, ai lati della coppia di corde melodiche (do-sol-sol / sol-sol-do). Lo strumento è utilizzato soprattutto nella musica devozionale musulmana qavvali, dove può aver sostituito il banjo occidentale o il mandolino, conosciuti in India nel XIX sec.; la tecnica esecutiva del bulbultarang risente dell'influenza di questi strumenti.
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