Liuto giapponese a manico lungo

Cultura Edo - Giappone

Liuto giapponese a manico lungo

Descrizione

Identificazione: liuti a manico

Ambito culturale: Cultura Edo - Giappone

Cronologia: - ante 1953

Tipologia: strumenti musicali

Materia e tecnica: palissandro, acero, pelle di gatto, metallo

Misure: 20 cm x 98 cm x 10.5 cm ; 595 cm (manico); 60 cm x 173 cm x 25 cm (cavigliere); 125 cm (caviglie); 200 cm x 95 cm x 220 cm (cassa)

Descrizione: Shamisen con manico in tre parti ad incastro; cavigliere ad incastro piano a mezzo legno formato da paletta incurvato all'indietro ed in basso formata da losanga, in alto terminante in una cresta quadrangolare; al centro una finestra rettangolare il cui bordo inferiore fa da capotasto. Il manico è di palissandro, cavigliere in legno scuro, tre caviglie in acero. Il manico attraversa la cassa armonica e termina col puntale; il foro per il puntale è circondato da piastrina rotonda con incisioni. Cassa quadrangolare con quattro fasce di legno, sulle due aperture sono incollate due membrane di pelle di gatto.

Notizie storico-critiche: Luogo d'uso: Giappone.
Lo shamisen è il liuto a manico lungo maggiormente diffuso nella musica tradizionale giapponese, senza distinzione di generi. Deriva da un analogo liuto cinese, a cassa ovale e piano armonico di pelle di serpente, penetrato in Giappone dalla Cina alla fine del XVI secolo attraverso Okinawa. Sulle origini dirette e quelle indirette che risalgono all'Asia occidentale si rinvia alle annotazioni relative ai sanxian (inventario n. 436 e 437). Su influenza del biwa lo shamisen assunse il grande plettro d'avorio o di legno a forma di foglia di gingko e cambiò struttura con la sostituzione della pelle di serpente con quella di gatto (o di cane) e l'ingrandimento della cassa, che da ovale o quadrangolare con spigoli molto arrotondati divenne nettamente quadrangolare con spigoli vivi e facce ricurve e bombate. La creazione dello shamisen incontrò un grande successo, tanto che lo strumento entrò a far parte delle orchestre di accompagnamento del teatro popolare kabuki e del bunraku, teatro d'animazione, dell'ensemble da camera sankyoku, fu adottato in ambito popolare e per l'accompagnamento del canto epico, divenne il principale strumento dei quartieri del piacere delle città, ove lavorano le geishe, e assunse uno stabile ruolo nelle feste popolari. Esistono differenti tipi di shamisen riservati a diversi repertori. La differenza principale è nelle dimensioni generali, che influiscono soprattutto sulla qualità della voce dello strumento. Altra distinzione ricorre tra strumenti con manici più o meno sottili. Il tipo di maggiori dimensioni, al quale appartiene lo strumento in questione, è quello destinato alla musica gidayû per il teatro delle marionette nato a Osaka nella metà del XVIII sec.: in questa forma di teatro d'animazione, che ha riscosso un enorme successo sin dalla sua comparsa, l'azione delle grandi figure, animate a vista da manovratori sulla scena, è accompagnata dal canto di un suonatore che si accompagna con lo shamisen e che recita le parti e descrive le situazioni drammatiche. La costruzione del manico in tre pezzi è una forma moderna, che ha preso il posto della più antica forma in un pezzo unico. Essa consente di smontare in breve tempo lo strumento, agevolandone il trasporto. L'accordatura è basata su una quarta e un'ottava (una quinta tra la corda intermedia e quella più acuta: La, re, la); l'estensione è di tre ottave.

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).