Liuto a spiedo

Tribù della Nigeria meridionale

Liuto a spiedo

Descrizione

Ambito culturale: Tribù della Nigeria meridionale

Cronologia: - ante 1953

Tipologia: strumenti musicali

Materia e tecnica: legno, pelle animale, budello

Misure: 63 cm (intero); 58 cm x Ø 2.2 cm (manico); 9 cm x 8 cm x 36 cm (cassa)

Descrizione: Kutungi, Kwamsa, Kurumi, Garaya, ovvero liuto a spiedo di forma allungata con bordi arrotondati, il cui piano armonico è costituito da una membrana fissata e tenuta in tensione da lacci di pelle annodati sul fondo della cassa che passano attraverso i fori di sei appendici della membrana. Il piano armonico presenta un largo foro nei pressi del bordo. All'interno della cassa, dal lato opposto al foro, è inserito un manico di legno cilindrico leggermente incurvato che sporge dalla membrana a circa due terzi della sua lunghezza, rientra sotto un sottile lembo di pelle che fa da ponticello e sporge dal foro con una estremità a tre punte che servono da attaccacorde. Tre corde annodate al manico ad altezze diverse.

Notizie storico-critiche: Luogo d'uso: Nigeria, zona dei monti Adamaua
Nell'area dell'Africa subsahariana della savcana occidentale è diffuso un liuto la cui forma dichiara apertamente la diretta discendenza da analoghi liuti dell'antico Egitto, a loro volta segnalati nelle fonti egizie a partire dall'invasione degli Hykszos (1730-1580 a.C.). La cassa è scavata in un blocco di legno o è ricavata da un guscio naturale; il manico a bastone poggia all'interno della cassa "come un cucchiaino entro una tazza da tè", secondo l'immagine coniata da Klaus Wachsmann; il manico, tenuto in posizione dalla pelle animale che chiude la cassa e che funge da piano armonico, fuoriesce da un'apertura nei pressi del bordo, in modo che la sua estremità si presti a connettere le corde. Questo strumento si presenta in svariate dimensioni e con diverso numero di corde; varianti morfologiche significative sono costituita anche dalla forma del foro, da quella del ponticello e dall'eventuale presenza di elementi metallici risuonanti. Comune a tutte le varianti è il sistema di ancoraggio delle corde, da un lato all'estremità frastagliata del manico, dall'altra con legature che consentono l'accordatura spostando entro limiti ristretti l'avvolgimento a strozzo su o giù per il manico. La distanza intercorrente tra le annodature sul manico appare troppo ampia nello strumento in questione, per cui appare legittimo il dubbio che si tratti di corde non originali (soprattutto la più corta non può essere di fatto spostata dalla posizione in cui si trova, praticamente a contatto con il bordo della cassa). Tra le molte varianti di questi liuti, quelle in cui il manico non è semplicemente tenuto in posizione dalla tensione della membrana , ma è anche fissato alla stessa grazie al fatto che esso fuoriesce e rientra almeno una volta da sotto il piano armonico, sono tipiche dell'area di parte del Niger e della Nigeria e del Ciad meridionale. Per le ulteriori caratteristiche morfologiche, soprattutto per le dimensioni del foro e la lavorazione del suo bordo, può essere individuata l'area di possibile provenienza dello strumento in quella del massiccio montuoso dell'Adamaua, nella Nigeria sud-orientale. Qui sono presenti alcune tribù, che derivano da un più antico regno fondato su una monarchia ritenuta di origine divina. Questo contesto politico-culturale ben si attaglia alla funzione principale di questi liuti, che sono generalmente prerogativa di cantori epici professionisti la cui opera tra spunto soprattutto dalle gesta dei sovrani e degli eroi.

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