Baghlamá
Cultura popolare dei balcani o del mediterraneo
Descrizione
Ambito culturale: Cultura popolare dei balcani o del mediterraneo
Cronologia: - ante 1953
Tipologia: strumenti musicali
Materia e tecnica: legno, metallo
Misure: 50 cm (intero); 34.6 cm x 21.5 cm (manico); 9.8 cm x 4.7 cm x 15 cm (cassa); 4.77 cm (caviglie)
Descrizione: Cura Saz, Baghlamá, Bugari, Sargija con la cassa e il manico ricavati da due blocchi di legno, mentre il piano armonico è costituito da una sottile tavola di legno fissata alla cassa, sagomata a "V" nel punto dove il manico si congiunge con la cassa. Innesto tra cassa e manico avviene lungo il manico, tra l'ultimo e il penultimo tasto. Nella parte bassa del piano armonico sono presenti due gruppi di fori, simmetrici, costituiti ciascuno da quattro fori posti ai vertici di un ideale quadrato; altro foro al centro del piano armonico, altri tre seguono il profilo a "V" dell'estremità del piano armonico. Cavigliere con quattro caviglie inserite frontalmente e con estremità sagomate a disco e verniciate di rosso. Nella tastiera vi sono dodici tasti metallici, sopra il sesto e il settimo sono presenti scritte difficilmente leggibili. L'estremità del cavigliere è scavata e con piccolo foro, presumibilmente per il passaggio di una cordicella d'appensione.
Notizie storico-critiche: Si tratta di uno strumento appartenente alla famiglia dei liuti a manico lungo diffusi in tutta la Turchia e generalmente chiamati saz o baglama, che a seguito dell'espansione dell'impero ottomano si sono diffusi e radicati in gran parte della penisola balcanica (specie nei territori meridionali: Macedonia, Albania, Bosnia-Herzegovina, Serbia, Montenegro) e della Grecia continentale; la lunghezza dello strumento in questione consente di collocarlo fra gli esemplari di piccole dimensioni, detti cura saz. Caratteristiche dei saz o baglama sono: la presenza di corde metalliche, la cassa piriforme scavata in un blocco di legno o a doghe, il piano armonico costituito da una tavola di legno (talvolta decorata con inserti di madreperla lungo il bordo) applicata al risuonatore, il manico separato dal risuonatore e assottigliantesi verso l'estremità, i tasti costituiti da legature di budello, di filo metallico o di rame, la presenza di una scanalatura lungo tutto il manico che facilita la realizzazione dei nodi, la presenza di un'ulteriore legatura che preme sulle corde oltre il capotasto e infine le caviglie a forma di "T" in genere prive del foro. Spesso il piano armonico si estende sul manico in modo da ridurre la tendenza del manico a piegarsi in avanti per effetto della tensione delle corde. Soprattutto nei vecchi strumenti anatolici il piano armonico presenta fori di risonanza disposti in modo asimmetrico. Questa caratteristica dei saz di più antica costruzione è spesso rilevabile nei modelli diffusi in area europea. In particolare, il tipo di dimensioni medio piccole, con tavola in un solo pezzo munita di piccoli fori di risonanza, quattro corde in due cori e undici divisioni sul manico è largamente attestata in questi territori. Il numero delle corde e l'accordatura dei saz è piuttosto variabile, sono frequenti strumenti con due o tre ordini di corde doppie o triple, il numero maggiore attestato di corde per ordine è quattro. Le corde sono in genere ancorate a denti ricavati all'estremità della cassa o inseriti in un attaccacorde triangolare di legno o di metallo applicato al bordo della cassa. Il saz può essere suonato con le dita oppure con un plettro, in questo caso il plettro è tenuto tra il pollice e l'indice, utilizzando talvolta il medio per colpire il piano armonico in modo da ottenere un effetto percussivo. Tutti gli ordini di corde possono essere pizzicati in una rapidissima successione in modo da ottenere l'effetto di più suoni simultanei, la melodia può essere suonata su uno solo o su due degli ordini in modo da ottenere dal rimanente un effetto di bordone. Il saz viene utilizzato per accompagnare la voce o con altri strumenti, soprattutto a corde; quasi mai suona con strumenti ad ancia doppia e tamburi bipelli e raramente con flauti.
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/6c040-03356/
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