Liuto ad arco indiano
Cultura hindustanica popolare
Descrizione
Ambito culturale: Cultura hindustanica popolare
Cronologia: - ante 1953
Tipologia: strumenti musicali
Materia e tecnica: legno, pelle, corde di nylon, corde di budello
Misure: 52 cm (intero); 6 x 17.5 x 4.8 (manico); 4.5 cm x 6.7 cm x 3.5 cm (cavigliere); 9.7 cm (caviglie); 10 cm x 6.4 cm x 19.5 cm (cassa)
Descrizione: Sarangi costituito da un unico blocco di legno: nella parte inferiore è scavato anteriormente e nella parte posteriore sull'altro lato. La parte superiore costituisce la cassa, a forma di otto con i fianchi concavi, sulla quale è tesa una pelle di rettile che fa da piano armonico e intagliata a motivi geometrici romboidali nella parte posteriore. Sul lato sinistro del manico sono infisse sette caviglie a cui si avvolgono altrettante corde. Tre corde principali tese da tre massicce caviglie tornite e inserite nel cavigliere, il quale ha una struttura trapezoidale aperta con la parte anteriore intagliata a finestra. Estremità superiore scolpita con figura di uccello con coda a ventaglio. Manca l'archetto.
Notizie storico-critiche: Luogo d'uso: India settentrionale
Nell'India settentrionale il termine sarangi (che significa "100 colori" o "100 sfumature") è utilizzato per una grande varietà di strumenti, al punto da essere in pratica sinonimo di "cordofono ad arco". Esso comunque costituisce il cordofono ad arco più importante della musica classica dell'India del nord. Oltre il sarangi entrato nella pratica della musica classica hindustanica, detto anche "sarangi da concerto", si distinguono con diversi nomi, riferiti per lo più all'origine regionale, tipi diversi per dimensioni, forma della cassa e numero delle corde. I più importanti sono il sindhi sarangi e il gujartan sarangi. Di regola lo strumento è costruito in un unico blocco di legno, nel quale sono ricavate un attaccacorde, la cassa, il manico e il cavigliere. La cassa è scavata e ricoperta da una membrana di pelle animale, sorretta da una barra di legno inserita all'interno. I lati della cassa sono scavati verso l'interno,a volte in modo simmetrico, a volte con il lato alla sinistra del suonatore più marcatamente incavato dell'altro. Il manico si restringe verso il cavigliere ed è cavo dalla parte posteriore, in modo che parte della superficie anteriore serva da tastiera (nel senso del tutto speciale in cui tale termine può essere usato in questi strumenti), mentre in quella rimanente sono inserite le corde di risonanza, con le rispettive caviglie inserite nel lato alla destra del suonatore. Il cavigliere, anch'esso cavo all'interno, è diviso in due parti, di cui una ospita le caviglie delle corde melodiche, l'altra quelle delle ulteriori corde di simpatia, eventualmente presenti. Le corde melodiche sono tre, di budello, mentre quelle di simpatia, di numero variabile, sono di metallo; delle corde melodiche la prima funge da tonica, la seconda è intonata una quarta sotto, la terza un'ottava sotto la prima; l'intonazione delle corde di simpatia varia in relazione al modo (raga) usato nell'esecuzione. Il sarangi presenta in genere un ponticello principale, attraverso cui passano le corde di simpatia e sul quale poggiano le corde melodiche; esso ha di regola la forma di un elefante ed è posto sul piano armonico, appoggiato su una striscia di pelle che allevia la pressione sulla più sottile membrana sottostante. L'arco è leggermente convesso e rigido, la tensione dei crini viene tenuta costante. Il suonatore di sarangi siede con le gambe incrociate tenendo lo strumento verticalmente, appoggiato alle gambe e alla spalla sinistra; le corde sono tastate lateramente con le unghie della mano sinistra. Pertanto la "tastiera" serve come piano d'appoggio sfiorato dalla punta delle dita.
Si ritiene che in origine il sarangi fosse uno strumento popolare e che sia stato introdotto nella musica classica quando nel XVIII sec. si diffuse lo stile vocale khyal, strettamente legato al sarangi, la cui funzione era quella di imitare la voce. Nel XIX sec. il sarangi divenne uno strumento della musica da danza assumendo una connotazione socialmente negativa. Per questo motivo, per la tecnica esecutiva piuttosto difficile e per la diffusione dell'harmonium nell'accompagnamento della musica vocale, soprattutto khyal, e nella danza kathak, il sarangi cadde in declino nel XX sec.
Nel Rajastan è presente una grande quantità di cordofoni ad arco, molti dei quali possono essere denominati genericamente sarangi. I gruppi di musicisti appartenenti alle varie caste sono talvolta distinguibili dallo strumento che suonano. I sarangi Langa (termine che designa uno stile vocale maschile), sindhi sarangi e gujaratan sarangi, sono più piccoli del sarangi classico, possiedono un minor numero di corde di simpatia, ma quattro corde melodiche di cui due di metallo intonate alla tonica (la seconda serve solo da bordone) e due di budello, intonate rispettivamente una quinta sopra e un'ottava sotto la tonica. Il sindhi sarangi ha 23 corde di simpatia, mentre il gujaratan sarangi ne ha 8. Il sindhi sarangi può essere utilizzato indipendentemente dal più piccolo gujaratan sarangi, quest'ultimo invece tende ad essere utilizzato solo come bordone al sindhi sarangi che segue più strettamente la melodia del canto. Lo strumento ancora più piccolo, con tre corde melodiche, come quello in questione, è il più simile al gujaratan sarangi, è utilizzato prevalentemente con funzione di bordone e perciò prende il nome di cikhara, che deriva dal nome delle corde di bordone di una vina dell'India settentrionale, la Kachapi vina.
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