Liuto ad arco

Cultura arabo-andalusa

Liuto ad arco

Descrizione

Ambito culturale: Cultura arabo-andalusa

Cronologia: - ante 1963

Tipologia: strumenti musicali

Materia e tecnica: legno, metallo, pelle animale, avorio

Misure: 8.5 cm x 11 cm x 43.8 cm ; 43.8 cm (intero); 8.65 cm x 4.8 cm x 17 cm (cassa); 7 cm x 26.8 cm (manico); 12.5 cm (cavigliere); 9.7 cm (caviglie)

Descrizione: Rabâb con cassa e manico ricavati da un unico blocco di legno; all'estremità del manico è fissato il cavigliere, piegato all'indietro ad angolo retto. La parte posteriore del manico e della cassa sono percorsi da un asse in rilievo; sulla cassa è incollata una pelle che fa da piano armonico; il manico è chiuso da una lastra metallica nella quale sono intagliate tre rosette e due fiori. Sono presenti tre fori tra la lastra metallica e la pelle; due fori nel fondo vicino all'estremità della cassa dove si trova anche l'attaccacorde, di osso a forma di uncino. Due grosse caviglie di legno tornito sono inserite lateralmente nel cavigliere. Capotasto in avorio. Manca l'archetto.

Notizie storico-critiche: Luogo d'uso: Africa settentrionale (Algeria, Tunisia)
Il rabab del Nord Africa è un liuto a manico corto ad arco con cassa piriforme (Algeria, Tunisia) o a forma di barca (Marocco), con i lati leggermente curvi verso l'interno. Il manico è chiuso anteriormente da una lastra di rame (Algeria, Tunisia) nella quale sono intagliate alcune rosette (due in Marocco, tre in Algeria e Tunisia). Le due corde sono generalmente di budello, e passano sopra un ponticello costituito da un mezzo cilindro di canna; esse sono intonate a distanza di quinta. L'arco è di solito di metallo con crini di cavallo. Per i dettagli sopra richiamati è probabile che lo strumento provenga dall'Algeria o dalla Tunisia. Si ritiene che lo strumento sia stato portato in Africa settentrionale dall'Andalusia, esso infatti si è diffuso particolarmente nei centri urbani che accolsero immigrati provenienti dalla Spagna: Tangeri, Tétouan, Fez e Chechaouen in Marocco, Tlemcen e Costantina in Algeria e Testour in Tunisia. Il rabab viene tenuto con il cavigliere appoggiato alla spalla destra e l'estremità inferiore sul ginocchio destro; in Tunisia l'estremità inferiore viene stretta tra le gambe del suonatore; l'arco sfrega la corda più bassa solo occasionalmente. In Marocco il suonatore impugna il manico con il pollice e l'indice della mano sinistra al livello del capotasto; in Algeria e Tunisia, dove si costruiscono strumenti con il manico più largo, il pollice rimane nella parte posteriore e l'indice preme lateralmente sulla corda più acuta, con una tecnica simile a quella del sitar indiano e assente altrove nel mondo arabo. Il rabab non ha un repertorio solista, viene utilizzato per accompagnare la voce e fa parte del cosiddetto ensemble andaluso composto da ud, rabab, kamanja, tar e darbukka.

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