Violino eterodosso

Violino eterodosso

Descrizione

Cronologia: inizio sec. XX

Tipologia: strumenti musicali

Materia e tecnica: legno di noce, acero, ebano, mogano, avorio, ottone

Misure: 56.7 cm (intero); 20.8 cm x 35.9 cm x 2.55 cm (cassa); 3 cm x 21 cm (manico); 2.7 cm x 8.4 cm (cavigliere)

Descrizione: Violino con cassa con tavola e fondo piatti, ciascuna in solo pezzo di noce e fasce di acero. Parte superiore con due spalle spioventi diritte, a forma di freccia, che si raccordano con la parte inferiore in corrispondenza di uno spigolo appuntito. La parte inferiore forma due anse e si allarga formando una semicirconferenza quasi perfetta. Le fasce laterali presentano un doppio filetto nero. Due fori di risonanza a forma di parentesi graffa e altri due piccoli fori all'altezza della punta intermedia. Il cavigliere è a forma di riccio aperto e con la voluta solo iniziata; termina in una faccia ricurva e rastremata su cui prosegue il rilievo mezzano del dorso del cavigliere stesso. Il manico di acero ripete le forme di quello del violino. Quattro corde metalliche, cordiera di ebano.

Notizie storico-critiche: Strumento ad arco che nulla ha a che vedere con gli strumenti etnici o popolari e che solo per un inveterato pregiudizio a sfavore di ogni violino che non rispetti le forme classiche può essere "scacciato" dall'ambito della liuteria rivolta alla costruzione di strumenti per la musica scritta della tradizione euroculta. Nulla si sa attualmente dell'autore, della sua origine e dell'area geografica in cui svolse la sua attività. Si può solo dire che si tratta di un liutaio con spiccata propensione alla sperimentazione di forme. Non è peraltro l'unico caso in cui si siano saggiate soluzioni innovative o comunque alternative nella costruzione del violino: questo è a tutti gli effetti uno strumento che, per numero delle corde, diapason e probabile accordatura, ricalca la struttura musicale del violino, "carrozzata" secondo scelte che sembrano contemperare la ricerca di soluzioni costruttive più agevoli con quella di più semplici attitudini esecutive; il tutto con il ricorso a forme che sposano un certo gusto "arcaico" (soprattutto nella forma dei fori armonici) con una linearità "moderna".

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