Mandolino ad arco
Descrizione
Cronologia: - ante 1963
Tipologia: strumenti musicali
Materia e tecnica: cassa e manico di abete, tastiera di legno tinto con 19 tasti metallici, piroli di legno tinto, cordiera di mogano
Misure: 71.7 cm (intero); 22.3 cm x 7 cm x 35 cm (cassa); 4.06 cm x 25.8 cm (manico)
Descrizione: Violino-mandolino, ovvero strumento ibrido con cassa ovale, di legno tenero, che monta una tastiera arcuata con diciannove divisioni metalliche. Tavola in due pezzi speculari, priva di bordi. Il riccio, i quattro piroli, la cordiera, il capotasto inferiore, il bottone e la 'effe' intagliata sulla tavola armonica sono ripresi dal violino.
Notizie storico-critiche: Luogo d'uso: Lombardia (?)
Si tratta di uno strumento ibrido o, come usa dire, "bastardo": è probabilmente frutto di esperimenti costruttivi di un liutaio specializzato nella fattura di mandolini, intenzionato a produrre un incrocio suonabile con l'archetto su corde tastate con le posizioni da strumento a pizzico. La tastiera, infatti, ha le classiche diciannove divisioni del mandolino lombardo. L'armatura, peraltro è interamente da violino, così come rispetta grosso modo le misure del violino la lunghezza vibrante delle corde. Il fatto che la cassa non disponga di anse per facilitare il gioco dell'archetto non significa che questo non potesse sfregare le corde con una tecnica adeguata; peraltro mancano del tutto tracce della presenza di un'eventuale mentoniera, mentre i segni di usura sulla tastiera, concentrati prevalentemente entro il sesto tasto, indicano una pratica reale limitata alla prima posizione. Il fatto che il Gallini riferisse lo strumento all'area di Carate Brianza (probabilmente basandosi sull'etichetta oggi illeggibile) può forse deporre a favore di un'ipotesi sulle sue origini che veda nel centro brianzolo, patria di liutai apprezzati per i mandolini, quali Enrico Ventura e Carlo Cesana, il luogo in cui l'esperimento sia stato compiuto. Lo stato di conservazione è buono.
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