Tamburo a clessidra giapponese

Cultura giapponese classica

Tamburo a clessidra giapponese

Descrizione

Ambito culturale: Cultura giapponese classica

Cronologia: primo quarto sec. XX

Tipologia: strumenti musicali

Materia e tecnica: legno di zelkova, pelle di equino, corda, lacca

Misure: 25.5 cm x Ø 20 cm

Descrizione: Ko-Tsuzumi con corpo di legno di zelkova tornito all'esterno in forma di clessidra, e scavato a mano all'interno, formato da due coppe ellittiche e da un raccordo centrale leggermente bombato. Il tutto è laccato in nero e oro. Due membrane di pelle equina sono montate su cerchi di metallo laccato e sono più larghe del diametro massimo del fusto. La parte eccedente è utilizzata per il dispositivo di tensione: un cordone passa da una membrana all'altra attraverso sei fori posti all'interno dei cerchi e poi è avvolto in un paio di giri al centro. Sulle membrane, laccate in oro, è disegnato un cerchio nero; i fori sono ornati da motivi trilobati, il disegno della laccatura raffigura acque vorticose che scorrono tra argini di bambù intrecciato.

Notizie storico-critiche: Il nome significa "piccolo" tsuzumi, per distinguerlo dal più grande ô-tsuzumi, con cui si accoppia di frequente. Il colore del cordone denota il rango del musicista: rosso arancio per il suonatore ordinario, azzurro per il grado medio e violetto per il rango più elevato. Lo strumento è di regola conservato smontato nelle sue parti, il corpo e le due membrane legate dal cordone; ogni esecuzione si inizia con il rituale del montaggio, eseguito inserendo il corpo trasversalmente tra le due membrane e poi raddrizzandolo mettendo così in tensione il dispositivo di tiraggio. La percussione è operata su una sola membrana, con le dita della mano destra, mentre la sinistra sostiene il tamburo, appoggiato sulla spalla destra, stringendo i tiranti per modificare l'altezza dei suoni prodotti. Per questo la tensione delle corde è relativamente lasca; durante l'esecuzione il percussionista tiene umida la pelle con il fiato e la saliva. È usato nella musica del teatro nô e kabuki (nel genere nagauta e nella formazione tradizionale geza) e anche nella musica popolare. È certamente uno dei più raffinati tamburi della musica d'arte giapponese.

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