Tamburello

Cultura popolare italiana

Tamburello

Descrizione

Ambito culturale: Cultura popolare italiana

Cronologia: ca. sec. XIX - ca. sec. XX

Tipologia: strumenti musicali

Materia e tecnica: legno, pelle animale, lamiera

Misure: Ø 33.8 cm (membrana); 1.2 cm x Ø 36 cm (cerchio tensore)

Descrizione: Tamburello con fascia sottile di legno curvata sino a chiudersi a cerchio, con la parziale sovrapposizione di un'estremità all'altra, fissate per mezzo di chiodini. Sulla cornice così ottenuta è tesa una membrana di pelle di capra, serrata da uno stretto cerchio tensore inchiodato alla cornice. La cornice ospita quattro coppie di piattini fissate al centro di fessure rettangolari. Due coppie di piattini sono perfettamente circolari, le altre due sono sfrangiate a dente di sega. Nella fascia si apre un foro circolare entro il quale va infilato il pollice. Cornice tinta di rosso scuro opaco con decorazioni interne ed esterne lineari dipinte con la biacca; Interno della membrana dipinto con una scena pastorale di ambiente "alpino" in cui è raffigurato un musicante che suona un corno di legno ricurvo.

Notizie storico-critiche: Luogo d'uso: Italia centrale.
Lo strumento è un bell'esemplare di tamburello italiano, probabilmente originario dell'Italia centrale, forse del versante adriatico (Romagna, Marche), come è suggerito dal ridotto numero di piattini, dalla dimensione della cornice, relativamente bassa, dal sistema di fissaggio della pelle con un cerchio di legno e dal colore rosso opaco in cui è tinta la cornice. I piattini con bordo seghettato costituiscono un'altra caratteristica significativa, oggi non più in uso, che è attestata in un altro importante strumento italiano conservato nel Museo Strumentale di Bruxelles (inv. n. 1951 - cat. M.131.961-962). La scena dipinta all'interno della membrana è tuttavia lontana, sia per gusto e stile pittorici, sia per il tema e l'ambientazione, dalla tradizione figurativa che si è esercitata con grande qualità nella decorazione dei tamburelli provenienti dalle zone suddette. È pertanto da ritenersi che essa sia stata dipinta in un contesto diverso da quello tradizionale, e dunque quando lo strumento era già stato sottratto all'uso per cui fu costruito.

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