Porta braci

produzione giapponese

Porta braci

Descrizione

Identificazione: scene letterarie e benaugurali con dame e letterati mandarini

Ambito culturale: produzione giapponese

Cronologia: post 1800 - ante 1868

Tipologia: arredi e suppellettili

Materia e tecnica: bronzo / fusione a cera persa, patinatura, traforo; ottone / fusione, cesello, patinatura

Misure: 32 cm x 45.5 cm x 22 cm

Descrizione: Grande bracere di forma ellittica schiacciata ai poli, con piede circolare, manici fitomorfi e coperchio rotondo a calotta schiacciata. Il coperchio è completamente lavorato a traforo e presenta un ampio foro quadrilobato verso il bordo. Il motivo superiore, realizzato a bassorilievo, vede personaggi cinesi all'interno di un padiglione, in attesa di ricevere un personaggio a cavallo con servitori appiedati al seguito. La scena si svolge in un ambiente celeste reso evidente dalle nuvole che attorniano la scena. Sotto, la parete curva del coperchio è traforata a giorno con motivi fitomorfi. La spalla è decorata a rilievo con disegni che creano forme pressappocco triangolari con margini modanati, e sotto con motivi incisi di tralci di crisantemo. Il centro della pancia è decorato con una fascia centrale campita a rilievo da personaggi cinesi in ambienti di corte. Sotto, ancora incisioni a tralcio di peonie (botanbana) e sulla base motivi a rilievo di onde marine (namimon).

Notizie storico-critiche: Si tratta di un grande contenitore per braci estremamente elaborato e raffinato, realizzato con un bell'ottone ricco di zinco (odo), patinato per fornire un colore giallo chiaro. L'ispirazione è anche in questo caso legata alla Cina sia nei motivi decorativi, sia nelle immagini di vita quotidiana cinese con elementi di paesaggio e figure umane. Sul mercato e nelle collezioni orientali si trovano diversi oggetti simili in ottone, e sono molti quelli con l'iscrizione "tradizionale" che allude al marchio di periodo Xuande ove l'interpretazione della forma dei caratteri è personale e denota una precisa scelta dall'artista. Uno scaldamani simile, certamente creato nella stessa bottega che ha prodotto questo oggetto e che presenta lo stesso decoro e la medesima iscrizione entro quadrato a cornice lobata, si trova della collezione Garda. Lo steso oggetto è paragonato a un incensiere della collezione Siebold di Leida, praticamente identico.
Koyama definisce l'oggetto un brucia profumi (koro), ma l'autrice stessa riferisce che questi oggetti a seconda delle dimensioni possono essere definiti scaldamani (shuro/ o teaburi), per superare il freddo invernale, mentre i braceri di maggiori dimensioni, "recipienti per il fuoco" (hibachi), servivano per scaldare l'ambiente, preparare l'acqua del tè o cucinare. La forma e le dimensioni si adattano in questo caso alla funzione di scaldamani, incensiere e in minore misura di bracere per piccoli ambienti.
Il motivo del personaggio che arriva a cavallo nel palazzo celeste si riferisce probabilmente a un episodio letterario che si ritrova su molti materiali quali pietre dure, lacche e porcellane.
Sembra che un "Akira Hiroshi 'Karamono'" producesse oggetti molto simili in periodo Edo.

Collocazione

Milano (MI), Polo Arte Moderna e Contemporanea. Museo delle Culture

Credits

Compilazione: Amadini, Pietro (2010)

Aggiornamento: Mazzeo, Eleonora (2020); Pettenuzzo, Serena (2020)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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