Donne di Saracena

Gorni, Giuseppe

Donne di Saracena

Descrizione

Identificazione: Figure femminili

Autore: Gorni, Giuseppe (1894-1975)

Cronologia: 1919

Tipologia: disegno

Materia e tecnica: carta; matita

Misure: 10 cm x 14.5 cm

Descrizione: tre donne in un paesaggio accennato. una è china nell'atto di raccogliere e di scorcio, non si vede il volto; le atre duehanno i lieamenti appena accennati.

Notizie storico-critiche: L'intervallo cosentino segna un momento peculiare all'interno dell'esperienza di Giuseppe Gorni legata alla prima guerra mondiale e, come ogni fatto della vita stessa, essa si rispecchia nell'arte del giovane mantovano. La guerra è conclusa da poco, ma si può notare come questi numerosi disegni compiuti durante il soggiorno nel villaggio calabro siano in grado di mostrare la ritrovata speranza nella vita da parte dell'ex-prigioniero di guerra.
Le scene si fanno più ariose, i soggetti raffigurati non sono più i soldati o i prigionieri ma contadini e donne in luoghi vitali dei quali Gorni riesce ad esprimere fedelmente la condizione, in quanto piccola realtà a lui ben nota. L'intensità con la quale fa riaffiorare i propri ricordi attraverso situazioni affini è talmente forte da richiamare su di sé l'attenzione di Margherita Sarfatti, critica d'arte di livello nazionale, fondatrice di "Novecento", la quale scrive del mantovano: "egli vede e ritrae su pezzetti di carta grandi come il palmo, delle donne grandi come monumenti, delle scene di case, di paesaggi, di animali, di figure semplici e dense di ritmi e di composta architettura: quadri completi in pochi centimetri di carta". Siamo nel 1919 e questa intuizione, seppur giusta, porterà poi però ad una serrata definizione elegiaco-campestre del nostro. Ciò che è necessario comprendere in questa lettura è il riconoscimento di una caratteristica specifica della grafica di Gorni, cioè la monumentalità delle figure, l'intento di sintetizzare nel disegno le forme plastiche come si trattasse di sculture.
Non sono più presenti i piedistalli come negli schizzi di Haymasker, ma le figure sono ancora costruite secondo moduli geometrici, disposti in precisi riquadri, entro mura, lungo le strade del paese (Donne sulla via, 1919); gli effetti di chiaro-scuro giocano nelle pieghe delle ampie gonne, così come il fazzoletto chiaro in testa si confonde con le brune chiome delle contadine. L'elaborazione delle masse e delle volumetrie è chiaramente di impianto scultoreo tanto da rendere evidente il rimando alla successiva opera in terra cotta Confidenze, 1920.
Gorni, nell'arco di questo breve periodo, ha maturato una capacità espressiva forte della propria memoria costituita da una parte, quella legata al racconto, dai ricordi d'infanzia della campagna, dall'altra, per quanto concerne invece l'aspetto più propriamente stilistico, egli è riuscito a revocare, anche attraverso una rielaborazione del periodo di prigionia appena passato, il momento vissuto a Bologna e quindi le influenze artistiche dettate da un Carrà, da un Soffici e soprattutto da un Pozzati, conosciuto e frequentato nel 1914.
Tratto dagli apparati a cura di Paola Boccaletti nel catalgo del Museo diffuso G. Gorni, 2006.

Collocazione

Provincia di Mantova

Credits

Compilazione: Boccaletti, Paola (2011)

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