Satauetta portacandelabro
manifattura Ginori di Doccia
Descrizione
Identificazione: Figura maschile grottesca
Ambito culturale: manifattura Ginori di Doccia
Cronologia: ca. 1760 - ca. 1770
Tipologia: ceramiche
Materia e tecnica: Porcellana policroma e dorata
Misure: 10.3 x 10 x 24.5
Descrizione: Candeliere costituito da figura maschile grottesca stante, su base a volute, dalla quale si leva un tronchetto posteriore di sostegno in policromia azzurro, rosso-ferro, verde, porpora e giallo tenue.
Il supporto della candela è scomponibile : la base a tre petali è avvitata a un reggi candela cilindrico sfaccettato. Sotto la base , divisa in due sezioni da un sostegno centrale, è praticato un foro regolare.
Notizie storico-critiche: Tali " Figure grottesche" appartengono a una serie di otto figurine in vesti attillate. Prodotte a partire dall'ultimo decennio del I periodo, esse sono caratterizzate dai comici movimenti contorti, che sembrano derivare da modelli originali in argento di proprietà del Marchese Capponi. La notizia è riportata nell'Inventario dei Modelli. La tipologia del candeliere in forma di statuetta che sostiene un reggi candela tortile appartiene alla tradizione dei bronzetti italiani di età rinascimentale, mentre figure grottesche analoghe a quelle in catalogo ebbero una certa diffusione a partire dal XVII secolo. E' interessante il confronto con una statua in pietra serena collocata nel Giardino di Boboli a Firenze. L'opera, attribuita a Romolo Ferrucci del Tadda, datata fra il 1617 e il 1621, sembra imitare antichi mimi , forse eseguiti su disegni di Callot.
In effetti appaiono chiare le analogie fra l'esemplare di porcellana, la scultura del Ferrucci e l'acquaforte "I due Pantaloni", acquaforte del Callot che appartiene alla serie dei Capricci, edita per la prima volta a Firenze nel 1617. Il soggetto è riproposto dallo stesso Callot in un'acquaforte intitolata "I due pantaloni". La stampa costituisce un precedente per i Balli di Sfessania, serie di acqueforti pubblicata intorno al 1621, nella quale si ritiene che il Callot ritragga alcune maschere che animavano le strade fiorentine, nel corso delle feste promosse dal Granduca Cosimo II.
Collocazione
Saronno (VA), Museo Giuseppe Gianetti. museo
Credits
Compilazione: Brambilla Bruni, L. (2000)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/70020-00298/
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