Io Batta Ferrarius
ambito lombardo
Descrizione
Identificazione: Ritratto di Io Batta Ferrarius
Ambito culturale: ambito lombardo
Cronologia: post 1631 - ca. 1649
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 97.5 cm x 125 cm
Descrizione: ritratto a mezza figura
Notizie storico-critiche: Ritratto a mezza figura.
Giovan Battista Ferrario morì nel 1631 nominando erede universale dei propri beni, con testamento 23 aprile e codicillo del 3 maggio seguente, la Veneranda Scuola del SS. Rosario della Beata Vergine. Tra i vari obblighi annui perpetui stabiliti dal testatore vi era la manutenzione della cappella dedicata alla Vergine del Rosario nella Chiesa di San Pietro Martire, sede la confraternita. Il presente ritratto fu eseguito in forma gratulatoria a ricordo dei lavori eseguiti in quella cappella, come documenta l'iscrizione vergata sul fronte del dipinto.
Il legame fra il testatore e l'Ospedale va rintracciato nell'esistenza di un legato a favore del Luogo Pio del Convenio, presso l'Ospedale di San Bernardo; con decreto del 19 gennaio 1778 l'amministrazione della Causa Pia Giovan Battista Ferrario venne assorbita dallo stesso ente ospedaliero (Crespi / Merati 1982, p. 68). La riunificazione dei Luoghi pii in uno solo, voluta dal governo di Maria Teresa nel 1770 per contrastare la difficile situazione finanziaria, giustifica la presenza del ritratto nella raccolta attuale del San Gerardo (Colombo 2002, pp. 23-24).
Il nome del benefattore è inciso a caratteri dorati su una delle lapidi commemorative poste nell'atrio dell'edificio di Via Solferino. In assenza di una regolamentazione precedente fu il Regolamento per le onoranze ai Benefattori del 1943/1945, a stabilire di "perpetuare la memoria dei benefattori dell'Ospedale" con l'incisione del nominativo, in nero o in oro, a seconda dell'entità della donazione, sottointeso che l'incisione in oro attesta una elargizione più consistente (ADHSG 24/5).
Il ritratto raffigura un giovane gentiluomo a mezza figura in veste di cavaliere, che indossa un corsaletto corazzato sopra un giuppone di color ocra. Con la mano destra impugna una spada dal pomo intagliato. Il volto è incorniciato da un grande collo bordato di merletto fine che, nell'abbigliamento, sostituisce il collo rigido dal secondo-terzo decennio del Seicento (Butazzi 2002, p. 120). Un lieve chiarore illumina la fronte mettendo in risalto l'attaccatura alta dei capelli, mentre la forma allungata del viso e il mento appuntito sono sottolineati da un sottile filo di barba a 'mosca'.
Il ritratto s'ispira alla produzione d'immagini ufficiali destinate a celebrare gli uomini d'arme che negli anni centrali del Seicento erano figure importanti, poiché a loro era affidata la difesa dei confini dello Stato lombardo dalle pressioni degli alleati franco-piemontesi (Morandotti 2002, p. 173).
La figura manifesta qualche incertezza nel disegno del braccio ripiegato sul fianco, ravvisando consonanze stilistiche con il ritratto di Aluiggio Trezzo (INV. N. 131788).
Collocazione
Provincia di Monza e Brianza
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza
Credits
Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/7a010-00002/
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