Francesco Tremonte
ambito lombardo
Descrizione
Identificazione: Ritratto maschile
Ambito culturale: ambito lombardo
Cronologia: post 1625 - ca. 16491830
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 65.5 cm x 90 cm
Descrizione: ritratto a busto intero su fondo scuro
Notizie storico-critiche: Ritratto a busto intero.
Prestando fede all'etichetta posta sul rovescio del ritratto, l'effigiato è Francesco Tremonte, morto nel 1684. La data, tuttavia, sembrerebbe riflettere un errore di trascrizione, poiché in bibliografia si riconduce la scomparsa del testatore al 1625, anno del suo ultimo testamento, col quale istituiva eredi per metà la Fabbrica del Duomo e per l'altra il Luogo Pio del Convenio, proibendo l'alienazione dell'eredità, altrimenti destinata all'Ospedale di San Gerardo. Del ritrattato si sa che voleva essere sepolto nel duomo di Monza, nella cappella di S. Lucia (che egli stesso aveva eretto in giuspatronato per la propria famiglia nel 1595), come testimonia la lapide ora relegata nella stanza terrena del campanile (Crespi / Merati 1982, p. 64). Se il benefattore era attivo tra il finire del Cinquecento e il primo decennio del Seicento una data di morte tanto avanzata, come il 1684, perde di veridicità. Una ulteriore conferma a questa ipotesi è costituita da un altro passo bibliografico, che ricorda il testatore come deputato dell'Ospedale di San Gerardo per gli anni 1605, 1606, 1608 e 1609 (Pennati 1987, pp. 55 e ss.). In quanto al lascito, non sappiamo quale delle due istituzioni ospedaliere beneficò effettivamente dell'eredità. Dal punto di vista storico ricordiamo che nei secoli XVI- XVII l'Ospedale di San Gerardo si occupava esclusivamente degli ammalati, mentre il Luogo Pio del Convenio o Ospedale di San Bernardo aveva natura "Ospitaliera-Limosiniera", ovvero diretto alla cura degli infermi e al soccorso degli indigenti.
L'unificazione dei Luoghi Pii operata nel 1770 per volontà di Maria Teresa d'Austria (Colombo 2002, p. 23-24), giustifica la presenza del ritratto gratulatorio nella raccolta attuale del San Gerardo. Il ritratto conserva l'etichetta inventariale del 1938. Il nome del benefattore è inciso a caratteri dorati su una delle lapidi commemorative poste nell'atrio dell'edificio di Via Solferino. In assenza di una regolamentazione precedente, fu il Regolamento per le onoranze ai Benefattori del 1943/1945, a stabilire di "perpetuare la memoria dei benefattori dell'Ospedale" con l'incisione del nominativo, in nero o in oro, a seconda dell'entità della donazione, sottointeso che l'incisione in oro attesta una donazione più consistente (ADHSG 24/5).
L'effigiato è ripreso a mezza figura in posa semifrontale indossando una casacca nera bordata di pelliccia e il collare a lattuga scanalato come i polsi. Il collo a lattuga, retaggio della moda spagnoleggiante del XVI secolo, rimase in voga fino al terzo decennio del Seicento, prima di scomparire del tutto (Butazzi 2002, p. 182). Questo dato del costume potrebbe confermare l'anno di morte riportato in bibliografia. A completare l'abbigliamento l'effigiato porta uno zucchetto nero, elemento che tra i non ecclesiastici era calzato sotto il cappello come una cuffia, secondo l'uso cinquecentesco (Butazzi 2002 p. 272). Il fondo del quadro è molto scuro e cela una tenda drappeggiata sulla destra.
L'impostazione del ritratto riflette i modi convenzionali della ritrattistica lombarda d'inizio del XVII secolo, di spirito controriformato, che si riscontra in diversi esemplari della raccolta illustre della Cà Granda di Milano. Il volto però è trattato con fare grossolano e passaggi di luce e ombre netti. L'assenza di patina rende l'incarnato assai diverso, dal punto di vista materico, da quello - leggermente più delicato - della mano. Per questo si pensa che il ritratto sia il frutto dell'elaborazione pittorica dovuta a un vecchio restauro, come già osservato per il ritratto del Notaio Francesco Cabiati (INV. N. 131987), che manifesta le stesse caratteristiche, anche se nel caso del ritratto in esame non sono stati trovati riscontri documentari.
Collocazione
Provincia di Monza e Brianza
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza
Credits
Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/7a010-00014/
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