Maria Pirovano Merati

Bianchi Giosuè (attr.)

Maria Pirovano Merati

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Maria Pirovano Merati

Autore: Bianchi Giosuè (attr.) (Monza, 1803-1875)

Cronologia: post 1849 - ca. 1860

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 45.5 cm x 59.5 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo neutro

Notizie storico-critiche: Ritratto a mezzo busto su fondo neutro.
L'effigiata è Maria Pirovano, figlia del fu Ambrogio e moglie di Vincenzo Merati, scomparsa il 21 febbraio del 1849. Con testamento 4 febbraio 1849 istituì il marito suo erede universale e dispose un legato di 2000 lire milanesi in corso abusivo a favore della Pia Casa di Ricovero, coll'obbligo di farle celebrare annualmente 12 messe nella chiesa annessa alla Pia Casa oppure, in caso di soppressione, in quella di San Giovanni Battista, coll'elemosina di lire 1,25 austriache cadauna (ASCRIMz 32/1).
Questo tipo di disposizione testamentaria era detta "legato di culto", poiché impegnava l'ente legatario ad utilizzare parte del capitale ereditato per la celebrazione di messe in suffragio dell'anima del testatore.
A Monza, dai tempi della Restaurazione, essendo stata dichiarata "provvisoria" la Congregazione di Carità napoleonica, le donazioni in genere erano raccolte dall'Amministrazione dei Luoghi Pii Elemosinieri, in forma diretta o attraverso lasciti e legati (Coppa 2002, pp. 105, 118 nota 7).
Il ritratto di Maria Pirovano Merati fu probabilmente commissionato in forma gratulatoria dall'Amministrazione dello Spedale - che in quegli anni gestiva anche i patrimoni degli altri luoghi pii cittadini -, seguendo la tradizione istituita dalla Cà Granda milanese e condivisa dalla gran parte delle istituzioni lombarde.
Il dipinto conserva l'etichetta inventariale dell'Ospedale Umberto I, come fu denominato il Luogo Pio Convenio o Ospedale di San Bernardo nel 1896, dopo il trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solferino (Colombo 2002, p. 39).
Il ritratto raffigura una giovane donna posta in leggero tre quarti, colta mentre alza lo sguardo durante una pausa meditativa della preghiera. L'effigiata indossa un vestito in seta nera con colletto di pizzo come i polsi, ravvivato da un foulard bianco rosso e verde, che potrebbe essere un richiamo patriottico ai fatti delle giornate milanesi del 1848 (Butazzi 1977, p. 125). I folti capelli neri dall'accentuata scriminatura centrale sono raccolti con una treccia sulla nuca. Il fondo neutro è rischiarato alle spalle della donna.
La fedeltà al modello è rivelata dalla leggera peluria che il pittore riproduce sul viso della donna. La resa naturale della posa, con l'indice inserito nel libro per tenere il segno, e l'efficacia dell'espressione assorta denota buone capacità pittoriche, seppure di derivazione ancora accademica. Lo stile pittorico presenta analogie stilistiche con i ritratti eseguiti intorno alla metà del XIX secolo dal pittore monzese Giosuè Bianchi, che ai tempi era un affermato ritrattista, ricercato dalle famiglie della società borghese locale.

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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