Antonio Besozzi

ambito lombardo

Antonio Besozzi

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Antonio Besozzi

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1847 - ca. 1860

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 45 cm x 60 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo unito

Notizie storico-critiche: Dell'effigiato conosciamo i dati anagrafici riportati sull'etichetta commemorativa posta sul rovescio del ritratto: Antonio Besozzi di Monza, scomparso il 12 maggio 1847.
Nel suo testamento, datato 15 marzo 1847, Besozzi istituì erede universale della sua sostanza la sorella Luigia maritata Maestri, incaricandola di alcuni legati; tra questi figura un lascito di 6.000 lire milanesi in valuta abusiva "al Luogo Pio Trivulzio in Monza" ovvero - come lo stesso testatore ebbe a precisare in seguito - alla Pia Casa d'Industria monzese (ASCRIMz 32/3).
La Pia Casa d'industria aveva lo scopo di "fornire lavoro verso una modica retribuzione in denaro ed in viveri a poveri [...] che per eventuali crisi commerciali, ed in causa di tempi eccezionali non ne potessero trovare altrove, o che per fisica costituzione non fossero adatti a lavoro stabile e gravoso" (ASCRIMz 1/3). All'epoca del testamento il testatore viveva a Milano, dove dovette conoscere l'attività del Pio Albergo Trivulzio, anch'esso destinato all'accoglienza di poveri disoccupati; si spiega così anche l'errore di denominazione della Pia Casa, che si presenta così come la declinazione monzese dell'istituto milanese.
Il ritratto di Antonio Besozzi fu probabilmente commissionato in forma gratulatoria dall'Amministrazione dello Spedale - che in quegli anni gestiva anche i patrimoni degli altri luoghi pii cittadini -, seguendo la tradizione istituita dalla Ca' Granda milanese e condivisa dalla gran parte delle istituzioni lombarde.
Il ritratto conserva l'etichetta inventariale dell'Ospedale Umberto I, come fu denominato il Luogo Pio Convenio o Ospedale di San Bernardo nel 1896, dopo il trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solferino (Colombo 2002, p. 39).
Il ritrattato posa di tre quarti su un fondo grigio (il leggero chiarore sulla destra è da imputare alla parziale scomparsa della patina bituminosa dal fondo, in seguito a un vecchio restauro), secondo un'impostazione convenzionale e accademica. E' un giovane uomo dalla figura allungata e dalla folta barba bruno-rossiccia, che indossa un'elegante redingote nera con gilet in seta millerighe e una ridondante cravatta nera. Sono messi in evidenza un fermacravatta d'oro e la grossa catena utilizzata per affrancare l'orologio al gilet, come segno di distinzione sociale tipicamente borghese. L'intonazione del dipinto è fredda e basata sulla gamma dei grigi, con gradevoli effetti cangianti nella resa dei tessuti di seta, che denotano una certa abilità pittorica.
Allo stato attuale delle nostre conoscenze non trova spiegazione la presenza sul rovescio della data "1790".

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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