Giuseppina Sala Oltolina

Bianchi Giosuè (attr.)

Giuseppina Sala Oltolina

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Giuseppina Sala Oltolina

Autore: Bianchi Giosuè (attr.) (Monza, 1803-1875)

Cronologia: post 1838 - ca. 1849

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 45 cm x 60 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo scuro

Notizie storico-critiche: Secondo l'etichetta commemorativa posta sul rovescio del ritratto, l'effigiata è Giuseppina Sala Oltolina di Monza, scomparsa il 23 ottobre 1838 all'età di 86 anni (citata in bibliografia come Giuseppina Oltolina ved. Sala, Crespi / Merati 1982, p. 84).
Vedova di Filippo Sala, la donna nominò "erede universale il Luogo Pio Convenio ed Ospitale di S. Bernardo in Monza, cioè li Pii Istituti Ospitalieri ed Elemosinieri", aboliti e associati tra loro mediante il decreto imperiale firmato da Maria Teresa d'Austria il 7 agosto 1769.
Con testamento rogato il 31 ottobre 1834 dal notaio Luigi Sirtori di Monza la benefattrice istituiva "in perpetuo due piazze da cronico nel locale Civico Ospedale, una maschile e l'altra femminile, e altre due piazze nella locale Pia Casa di Ricovero, da assegnarsi dalla Congregazione di Carità a poveri di Monza, con preferenza a quelli di cognome Oltolina e Sala", destinando le rimanenze ai poveri, in particolare ai cronici e alle famiglie numerose orfane di padre. Con questi fini venne istituita con decreto 9 aprile 1839 una Causa Pia intitolata al nome della benefattrice, il cui patrimonio, al 31 dicembre 1911, consisteva in £. 64.500 e ancora nel 1933 non era "gravato da alcuna passività" (ASHSG IX ; ADHSG 14/3; Colombo 2002, p. 191).
La vedova Sala è ricordata insieme col fratello Andrea Oltolina tra i benefattori dell'Ospedale: i loro nomi sono incisi in oro su una delle lapidi commemorative poste all'ingresso dell'edificio di via Solferino (ADHSG 24/5).
L'effige presente nella Quadreria dei Benefattori dell'Ospedale è la versione ridotta al busto del ritratto gratulatorio a figura intera che oggi si conserva presso l'Opera Pia Bellani di Monza; da un documento datato 22 marzo 1839 sappiamo che il ritratto "in figura naturale" della defunta fu realizzato dal pittore Giosuè Bianchi (ASHSG XIII, 157).
La presenza di due ritratti della benefattrice è riconducibile alla natura delle sue disposizioni testamentarie, volte a beneficiare tanto la Pia Casa di Ricovero quanto l'Ospedale. In entrambi gli enti vi era l'usanza di far eseguire un ritratto gratulatorio in memoria dei benefattori, secondo misure prestabilite: presso l'Ospedale era in uso il ritratto a mezza figura (90 x 70) o a figura intera (210 x 120), mentre presso le Pie Case di Ricovero e Industria veniva adottata l'effigie a mezzo busto (60 x 45).
Se l'effigie a figura intera venne commissionata dall'Ospedale, è probabile allora che questo ritratto a mezzo busto fosse quello destinato alla Pia Casa di Ricovero (le dimensioni del dipinto sembrano confermarlo). Per l'opera potremmo supporre quindi un'esecuzione da parte del medesimo pittore che realizzò l'effigie intera, ovvero Giosuè Bianchi.
Quando la Casa di Riposo "Giuseppe Cambiaghi" (già Pia Casa di Ricovero) confluì nell'Opera Pia Bellani, anche i beni mobili etichettati con la sigla "P.C.R." entrarono a far parte del patrimonio di quest'ultima; l'effigie a figura intera di Giuseppina Sala Oltolina, sebbene in origine destinata all'Ospedale veniva probabilmente conservata presso la sede della casa di riposo, che la etichettò "PCR 376".
La separazione attuale della Quadreria dei Benefattori in due nuclei pittorici distinti, quello dell'Opera Pia Bellani e quello quantitativamente più cospicuo del San Gerardo, è avvenuta in tempi recenti, quando la fondazione reclamò per sé i dipinti recanti la sigla "P.C.R." (Coppa 2002, p. 109).
La presenza di repliche con formati differenti si osserva anche per altri benefattori della Quadreria del San Gerardo: per rimanere nell'ambito della produzione di Giosuè Bianchi si vedano i ritratti dei fratelli Alessandro (INV. NN. 131976 e 131993) e Giacomo Cereda (INV. NN. 131749 e 131780).
Il dipinto conserva l'etichetta inventariale del 1938 dell'Ospedale Umberto I, secondo la denominazione che il Luogo Pio Convento o Ospedale di S. Bernardo assunse nel 1896 con il trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola in Via Solferino (Colombo 2002, p. 39).
L'effigiata è colta di tre quarti col busto leggermente reclinato verso destra. Il pittore, che può ritenersi lo stesso Giosuè Bianchi che firmò il ritratto a figura intera, indugia sugli elementi del costume descrivendo la cuffia di pizzo bianco intrecciato con nastri di seta rosa, che la donna lega sotto il mento con un triplice filo di perle. Anche l'abito, sebbene austero, mostra una certa ricercatezza nei ricami arabescati delle maniche. La pittura, nonostante l'evidente impoverimento dovuto a un vecchio restauro, conserva una certa freschezza. La naturalezza della posa, con l'alone di luce che contorna la figura, contribuisce a restituire l'intima atmosfera cara al pittore monzese (Coppa 2002, p. 109), anche in un ritratto di piccolo formato come questo, privo di ambientazione.
Nella Quadreria dei Benefattori si conserva un ritratto di Andrea Oltolina (INV. N. 131935), fratello della benefattrice.

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

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