Rag.re Francesco Mazza

Bianchi Giosuè

Rag.re Francesco Mazza

Descrizione

Identificazione: Ritratto del Rag. Francesco Mazza

Autore: Bianchi Giosuè (Monza, 1803-1875)

Cronologia: 1836

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 74 cm x 91 cm

Descrizione: ritratto a busto intero ambientato

Notizie storico-critiche: Il Rag. Francesco Mazza di Monza, morì l'11 novembre 1836 all'età di 90 anni. Il suo nome è ricordato in bibliografia tra quanti istituirono Legati e Cause Pie (Colombo 2002, p. 28 nota 28) e su una delle lapidi commemorative poste all'ingresso dell'Ospedale Vecchio, in Via Solferino.
Francesco Mazza era stato per molto tempo "Ragioniere in effettivo servizio" presso l'Ospedale nonché "Ragioniere pensionato, benefattore del Monte di Pietà della Pia Casa di Ricovero e Industria durante la di lui vita, ed in morte benefattore [...] per legato di lire dieci mille milanesi" (ASHSG XIII, 1029).
Dai documenti d'archivio rinvenuti sappiamo che nel febbraio del 1834 compì una donazione di 1.400 lire milanesi, a nome di persona rimasta anonima, destinata alla Pia Casa di Ricovero e d'Industria di Monza, con obbligo di utilizzare a vantaggio dell'istituto anche gli interessi maturati da suddetta somma di denaro; nella medesima forma, per conto di per persona anonima, nel maggio 1832 il ragioniere aveva elargito alla Pia Casa la somma di 4.500 lire (ASCRIMz 26/4, n. rep. 4229).
Con testamento datato 4 febbraio 1836 Francesco Mazza effettuò un'ulteriore donazione "a beneficio dei miserabili dimessi dall'Ospedale"; dallo Statuto Organico della Congregazione di Carità del 1933 sappiamo che la Causa Pia a lui intitolata era ancora attiva, con la rendita annua di 374,76 lire (ADHSG 14/3).
A fronte di queste benefiche elargizioni l'Amministrazione del Pio Luogo commissionò un suo ritratto a Giosuè Bianchi, che venne consegnato dal pittore il 27 novembre 1836; ritenuto il lavoro "riuscito assai soddisfacente", venne pagata all'artista la somma di 78,26 lire austriache (ASHSG XIII, 1029).
Il soggetto è ripreso nella più tradizionale delle iconografie gratulatorie, seduto davanti allo scrittoio mentre esibisce il foglio del testamento. Si osserva l'insistenza voluta sulle pieghe della pelle intorno agli occhi, per porre l'accento sull'età avanzata del benefattore. La raffigurazione conserva il carattere fortemente accademico proprio della prima fase del Bianchi: l'espressione del soggetto è vitale ma non abbastanza da riscattare la rigidità dell'impostazione della figura, che appare sacrificata tra la seggiola e il piano dello scrittoio, dipinto con una prospettiva elementare.
Considerando che la moda dei capelli incipriati e arricciati sulle orecchie non si protrasse oltre il secondo decennio del secolo, l'effige potrebbe essere stata ricalcata su un'immagine precedente, che potremmo identificare con il piccolo ritratto conservato in Quadreria con INV. N. 131954. Prima dell'avvento della fotografia, infatti, le effigi 'post mortem' potevano essere desunte o dai calchi di gesso effettuati sul volto del defunto (secondo la prassi ampliamente documentata nelle commissioni della Cà Granda) o da ritratti pre-esistenti, spesso forniti dalla famiglia del benefattore (AA. VV. 1981, pp. 190 e ss.).
Il dipinto conserva l'etichetta inventariale del 1938 dell'Ospedale Umberto I, secondo la denominazione che il Luogo Pio Convenio o Ospedale di San Bernardo assunse nel 1896 con il trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola in Via Solferino (Colombo 2002, p. 39).
Nella Quadreria si conserva un secondo ritratto a mezzo busto del benefattore di piccolo formato (INV.N. 31954).
Si segnala che nel catalogo fotografico del 1983 si registra un errore relativo al numero di inventario e di scheda corrispondente (31954/scheda 73 in luogo di 31974/scheda 242).

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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