Giovanni Sangiorgio

ambito lombardo

Giovanni Sangiorgio

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Giovanni Sangiorgio

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1840 - ca. 1849

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 44 cm x 59 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto di profilo su fondo unito

Notizie storico-critiche: Dell'effigiato conosciamo i dati anagrafici riportati sull'etichetta commemorativa posta sul retro del dipinto: Giovanni Sangiorgio di Monza, scomparso il 5 agosto 1840.
La registrazione della data di morte ci indica che il ritratto potrebbe essere stato commissionato in forma gratulatoria dall'ente che ricevette l'eredità del benefattore, secondo la tradizione istituita dalla Cà Granda milanese e condivisa dalla gran parte delle istituzioni lombarde.
Giovanni Sangiorgio, figlio del fu Dionigi, abitò per alcuni anni a Londra, dove stilò il proprio testamento, ma rientrò in Monza, sua città natale, nel 1837, all'età di 93 anni.
Il 17 giugno 1837 il benefattore dispose un codicillo in aggiunta del suo testamento, dove espresse la volontà di lasciare "alla Pia Casa di Ricovero e Industria di questa città di Monza, recentemente eretta nel già Ospedale di San Gerardo, lire 1000 austriache per una sol volta tanto", precisando però che i "redditi in perpetuo di detto capitale vengano convertiti a favore di quei poveri ricoverati che per cronicismo a giudizio del medico dell'istituto abbisognano di qualche straordinario alimento". Con un successivo nuovo codicillo, datato 5 marzo 1838, il benefattore dispose per "i poveri degenti della Pia Casa di Ricovero di Monza altre lire mille austriache, per una sol volta tanto, onde se ne convertano gli annui redditi per somministrare la carne ai detti ricoverati nelle terze domeniche od altri giorni festivi e ciò anche in aumento della pia disposizione del signor Varenna" (ASCRIMz 29/5, n. rep. 4592).
Il lascito del signor Varenna era di fatto molto simile a quello disposto dal Sangiorgio: con testamento del 20 dicembre 1833 Carlo Antonio Varenna lasciò alla Pia Casa di Ricovero la somma di lire milanesi 1500 da "convertirsi nel provvedere in tutte le terze domeniche dell'anno tanta carne di manzo per distribuirla in detto giorno proporzionatamente per tutti gli individui poveri d'ambo i sessi ricoverati in detta pia casa" (ASCRIMz 31/8). Fino al maggio 1950 era presente in Quadreria anche il ritratto del Varenna, distrutto su indicazione del pittore Erme Ripa, impegnato nella ricognizione della raccolta, poiché molto deteriorato e impossibile da restaurare (ADHSG 90/14, foglio 49).
A Monza, dai tempi della Restaurazione, essendo stata dichiarata "provvisoria" la Congregazione di Carità napoleonica, le donazioni in genere erano raccolte dall'Amministrazione dei Luoghi Pii Elemosinieri, che gestiva anche il patrimonio della Pia Casa di Ricovero e Industria, fondata in Monza nel 1831 per ricoverare i vecchi inabili e fornire lavoro ai poveri disoccupati (Coppa 2002, pp. 105, 118 nota 7).
Il ritratto a mezzo busto è impostato di profilo e colpisce per l'asciuttezza molto caratterizzata dei tratti somatici del volto scavato, derivati molto probabilmente da una maschera funebre e ripresa senza intenti idealizzanti. La sobrietà dell'immagine e la nettezza del profilo tradiscono l'ascendenza neoclassica dell'impostazione. L'accademismo dell'immagine, dovuta all'esecuzione a posteriori, è riscattato in parte dalla qualità pittorica e dalla delicatezza dell'incarnato.

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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