Antonio Maria Lampugnani

ambito lombardo

Antonio Maria Lampugnani

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Antonio Maria Lampugnani

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: ca. 1825 - ca. 1849

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 45 cm x 60 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo unito

Notizie storico-critiche: L'effigiato è Antonio Maria Lampugnani, possidente, "intraprenditore d'opere di falegname". Figlio dei furono Fortunato e Maddalena Fazzini, egli nacque a Busto Arsizio nell'agosto 1781 e morì a Monza il 3 marzo 1853, all'età di 72 anni (ASCRIMz 25/15, 123).
In una lettera alla Pia Casa di Ricovero cittadina del 8 marzo 1833, Lampugnani dichiarò di consegnare - per conto di un anonimo - lire 3000 milanesi "per convertire i frutti in ragione del 5% a favore del sottoscritto d'anni 52, di sua moglie d'anni 53, di sua sorella d'anni 48 e di suo fratello d'anni 59 vita loro natural durante", disponendo dopo la morte di tutti i suddetti che "la proprietà e il godimento di tale somma debba appartenere alla surriferita Pia Casa di Ricovero e da convertire il frutto di detto capitale in aumento di ricovero, cioè pel mantenimento di due terzi di un individuo di qui oltre i quaranta già stabiliti dalla Direzione stessa". Lampugnani ebbe inoltre a precisare che, nel caso in cui la pia casa fosse chiusa, i detti frutti sarebbero passati nelle mani della Direzione dell'ospedale, con il compito di distribuirli in elemosina (ASCRIMz 25/15, n. rep. 4192).
Nel suo testamento, datato 24 settembre 1851, Antonio Maria Lampugnani dispose quanto segue: "allorché sarà seguita la morte tanto della mia moglie che quella della mia sorella dichiaro, adesso per allora, e costituisco per mia universale erede la Pia Casa di Ricovero e d'industria, esistente in questa città di Monza, di tutto quanto si troverà nella mia casa vitaliziata, consistente in mobili, danari e piccoli capitali fruttiferi", con l'aggiunta di 10 lire austriache per l'accensione della lampada al SS. Crocifisso nella cappella dell'Addolorata della chiesa dei Padri Barnabiti del Carrobiolo di Monza (ASCRIMz 25/15, n. rep. 5855).
Molto probabilmente il ritratto entrò a far parte della Quadreria dei Benefattori in seguito al lascito, in forma gratulatoria, secondo la tradizione fondata dalla Ca' Granda milanese e condivisa dalla gran parte delle istituzioni pie lombarde (Coppa 2002, p. 105). L'opera potrebbe essere la copia di un effigie privata, come suggerisce la posa poco convenzionale: il soggetto ripreso di tre quarti, volto di lato con uno scatto immediato del capo, sottolineato dal guizzo ribelle della cravatta e del colletto della camicia. Lo sguardo del ritrattato si posa lontano e conferisce una dignitosa intensità espressiva al volto. Lo stile pittorico è caratterizzato da un tratto grafico asciutto, teso alla definizione calligrafica dei particolari del viso e delle pieghe della pelle.
La data di morte, "1897", riportata sulla targhetta metallica applicata alla cornice è errata, come ci confermano i documenti rinvenuti. Sulla scheda dell'opera - redatta nel 1983 - tale data è affiancata ad un punto interrogativo: venne di fatto considerata troppo avanzata per lo stile pittorico e l'abbigliamento del soggetto ritrattato, collocabili cronologicamente entro la metà dell'Ottocento.
Il ritratto del Lampugnani presenta alcune analogie stilistiche (finitezza della materia pittorica) e tecniche (tela e preparazione simili e medesimo sistema di chiodatura) con l'effigie di Vincenzo Bergomi (INV. N. 131772).
Sul rovescio si conserva una traccia dell'etichetta inventariale dell'Ospedale Umberto I, come fu denominato il Luogo Pio Convenio o Ospedale di San Bernardo nel 1896, dopo il trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solferino (Colombo 2002, p. 39).

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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