Giò Batta Lissoni
Bianchi Giosuè
Descrizione
Identificazione: Ritratto di Giò Batta Lissoni
Autore: Bianchi Giosuè (Monza, 1803-1875)
Cronologia: 1846
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 46 cm x 60 cm
Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo unito
Notizie storico-critiche: Il ritrattato è Giò Batta Lissoni del fu Giovanni Pietro, abitante in Monza nella Contrada di San Pietro Martire al civico n. 371, dove morì il 26 maggio 1845.
Nel suo testamento olografo, datato 1 settembre 1835, dispose al punto 5 di lasciare "a titolo di legato lire mille di Milano, [...] da somministrare gratuitamente a quei poveri miserabili ma veri miserabili e non oziosi e scialacquatori [...] e questi si distribuiranno da miei Eredi universali sempre però di comune consenso del suo Direttore e confessore che avranno a quel epoca di mia morte, dove spero che sarà ancora il Sig. Teologo Canonico D. Luigi Borrani [...] e sarebbe bene sentire anche li promotori delli Luoghi Pii per fare questa carità alli veri bisognosi e di morale coscienza"; aggiunse in seguito al punto 12 quanto segue: "lascio per una sol volta alli venerandi Luoghi Pii per la Casa di Ricovero lire tre mille di Milano con patto che quando questa povera gente ricoverata in questo luogo si sentano indisposti di mangiare, quelli del Luogo abbiano di dare qualche zuppa di brodo di carne per suo sollievo; la quale somma intendo che saranno da sborsarsi nel corso di un anno dopo la mia morte" (ASCRIMz 25/13).
Dalla lettura del sue volontà testamentarie veniamo a conoscenza di alcuni dati biografici interessanti: Giò Batta Lissoni designò sue eredi universali le cognate Teresa e Gioconda Bianchi, sorelle della sua defunta consorte e cugine del pittore Giosuè Bianchi; allo stesso "cugino" Giosuè il testatore destinò 200 lire milanesi "a titolo di ricognizione".
Sebbene il legato Lissoni esigesse un miglior trattamento del consueto ai ricoverati in caso di loro malattia, venne in parte reimpiegato per il restauro di un caseggiato ad uso dormitorio (ASCRIMz 25/13, 77).
L'istituto beneficato dal Lissoni, la Pia Casa di Ricovero e Industria - fondata in Monza nel 1831 per ricoverare i vecchi inabili e fornire lavoro ai poveri disoccupati -, faceva capo all'Amministrazione dei Luoghi Pii Elemosinieri, che dal 1822 al 1862 sostituì la Congregazione di Carità nella gestione dell'Ospedale e delle opere pie cittadine.
Il ritratto venne commissionato in forma gratulatoria dall'ente che ricevette l'eredità del benefattore, secondo la tradizione istituita dalla Ca' Granda milanese e condivisa dalla gran parte delle istituzioni lombarde. Fu chiamato ad eseguire l'effigie del benefattore proprio il "cugino" artista, Giosuè Bianchi, che la realizzò entro il maggio 1846 dietro "l'intesa rimunerazione di milanesi £ 85, compresa la maschera levata dal cadavere" (ASCRIMz 7/4, 179).
Il benefattore è raffigurato a mezzo busto in leggero tre quarti, seduto su di una sedia, di cui si rileva una porzione di schienale sulla sinistra. La convenzionalità della posa e lo sguardo fisso ci restituiscono un ritratto modesto, che conserva un valore prevalentemente storico e iconografico. E' probabile che questa rigidità sia dovuta in qualche modo dalla presa a modello delle sembianze del defunto dalla sua maschera mortuaria; i pittori chiamati ad eseguire ritratti "post mortem", qualora non si trovassero ritratti già esistenti da cui ricopiare le effigi, erano soliti ricavarle dalle maschere funebri, ovvero calchi in cera eseguiti sul volto del defunto. Con l'avvento e la diffusione della fotografia, gli artisti iniziarono a ricavare le effigi dai ritratti fotografici.
Il ritratto conserva l'etichetta inventariale dell'Ospedale Umberto I, come fu denominato il Luogo Pio Convenio o Ospedale di San Bernardo nel 1896, dopo il trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solferino (Colombo 2002, p. 39).
Le due eredi del Lissoni, Teresa e Gioconda Bianchi, nonché il confessore della Pia Casa , il canonico Borrani, saranno tutti benefattori degli enti assistenziali cittadini; in Quadreria si conservano infatti i ritratti di Teresa Bianchi (INV. N. 131956) e del Teologo Can. Luigi Borrani (INV. N. 131960).
Collocazione
Provincia di Monza e Brianza
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza
Credits
Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/7a010-00047/
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