Giuseppe Stucchi

ambito lombardo

Giuseppe Stucchi

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Giuseppe Stucchi

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1851 - ca. 1859

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 45 cm x 60 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo unito

Notizie storico-critiche: Dell'effigiato conosciamo i dati anagrafici riportati sull'etichetta commemorativa posta sul rovescio del dipinto: Giuseppe Stucchi di Monza, scomparso il 30 gennaio 1851.
Con testamento datato 3 gennaio 1851 Giuseppe Stucchi dispose quanto segue: "lire sette mille 7000 milanesi abusive pagabili entro un anno dalla mia morte in denaro sonante [...] a favore della Pia Casa di Ricovero e d'Industria in Monza cogli interessi delle quali intendo che abbia ad essere ricoverato in detta Pia Casa un individuo di Monza. La nomina della persona da ricoverarsi spetterà ai miei eredi e loro discendenti, e sempre al maggiore fra essi".
Oltre alla somma disposta per la Pia Casa (corrispondente a 6000 lire austriache) il testatore lasciò altre 3000 lire milanesi in corso abusivo per la Direzione Elemosiniera; questi legati vennero pagati dai figli ed eredi Carlo, Giovanni e Luigi già nel novembre del 1851(ASCRIMz 30/10, n. rep. 5818).
Gli istituti beneficati dallo Stucchi, la Pia Casa di Ricovero e Industria - fondata in Monza nel 1831 per ricoverare i vecchi inabili e fornire lavoro ai poveri disoccupati - e la Direzione elemosiniera (che distribuiva le doti alle povere monzesi), facevano capo all'Amministrazione dei Luoghi Pii Elemosinieri, che dal 1822 al 1862 sostituì la Congregazione di Carità nella gestione dell'ospedale e delle opere pie cittadine.
Il capitale elargito dal benefattore continuò a produrre frutti molto a lungo, se ancora nel 1933 il suo legato per le "doti a figlie povere di Monza" forniva una rendita annua di 94,46 lire (ADHSG 14/3).
Il ritratto del benefattore venne commissionato in forma gratulatoria dalla Pia Casa di Ricovero e Industria monzese, seguendo la tradizione istituita dalla Ca' Granda milanese e condivisa dalla gran parte delle istituzioni lombarde.
Il ritratto conserva l'etichetta inventariale dell'Ospedale Umberto I, come fu denominato il Luogo Pio Convenio o Ospedale di San Bernardo nel 1896, dopo il trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solferino (Colombo 2002, p. 39).
Il ritratto è impostato a mezzo busto col soggetto che posa in leggero tre quarti, volgendo lo sguardo di lato, con un paio di piccoli occhiali rotondi. Pur mostrando la volontà di aderire al modello, a causa della fissità dello sguardo, l'immagine non supera i limiti della convenzionalità imposta dal genere.
Dal punto di vista del costume osserviamo come la cravatta, che si portava nera e chiusa con un nodo molle già dalla fine degli anni '30 - costituendo l'unica nota di cambiamento nella moda maschile durante prima metà dell'Ottocento (Butazzi 1977, p. 134) - nella serie di ritratti monzesi del San Gerardo si attardasse fin oltre la metà del secolo nella foggia di ascendenza neoclassica, bianca e annodata intorno al collo, variando solo la forma del nodo che qui si chiude con un fiocco.

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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