Giò Antonio Fumagalli
De Notaris Carlo
Descrizione
Identificazione: Ritratto di Giò Antonio Fumagalli
Autore: De Notaris Carlo (Milano, 1812-1888)
Cronologia: 1871
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 46 cm x 61 cm
Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo neutro
Notizie storico-critiche: Ritratto a mezzo busto su fondo neutro, raffigurante Giò Antonio Fumagalli, figlio dell'industriale cotoniero Gio Batta e di Rachele Colombo, deceduto il 27 febbraio del 1870 (ASHSG VI, n. rep. 29/843).
Fu lui ad ampliare la tessitura paterna trasformandola in un'azienda moderna per la filatura meccanica del cotone, la "Frat.lli Fumagalli di Gio Batta"(Barzaghi 2007, p. 15); la ditta fu tra i fornitori dell'Ospedale, come risulta da un atto di consegna di pezze per coperte del 1859 (ASHSG XX).
Giò Antonio Fumagalli entrò a far parte del novero dei benefattori dell'Ospedale per volontà della figlia Adelaide, che nel luglio del 1871 stabilì di elargire 7500 lire per l'istituzione di una piazza in memoria del padre nella Pia Casa di Ricovero di Monza (ASCRIMz 24/6, n. rep. 3353/1298).
Dopo l'Unità d'Italia, per volere del governo sabaudo, le donazioni pervenivano alla Congregazione di Carità che gestiva l'amministrazione di tutto il settore assistenziale, compresa la Pia Casa di Ricovero e d'Industria (Colombo 2002, pp. 60, 186 e ss.).
L'effigie del benefattore fu eseguita 'post mortem' in forma gratulatoria dal pittore milanese Carlo De Notaris. Il 29 novembre 1871 l'artista consegnò il ritratto all'amministrazione degli enti assistenziali, chiedendo il compenso di 110 lire; nel febbraio 1872 la stessa Adelaide Fumagalli volle concorrere al pagamento del ritratto del defunto padre, versando presso la cassa della Pia Casa 80 lire di contributo (ASCRIMz 24/6, 1287 e 219). Il concorso nella spesa del ritratto da parte dei familiari dell'effigiato resta un evento abbastanza insolito nella storia della Quadreria: di consueto il costo dell'opera era totalmente a carico dell'ente che riceveva il legato, come stabilito dal Statuto organico della Pia Casa (ASCRIMz 1/3).
Il ritrattato è ripreso a mezzo busto in leggero tre quarti, mentre si rivolge allo spettatore con fare austero, indossando un'elegante redingote nera. Impeccabile lo sparato della camicia, fermato da una cravatta nera annodata intorno al collo. L'ovale del volto è sottolineato da una folta barba grigia, rifilata lungo la linea di contorno del mento - ricordiamo che la foggia della barba e dei baffi era una delle poche frivolezze concesse all'uomo ottocentesco (Butazzi 1977, p. 134).
Nonostante la convenzionalità rituale della tipologia gratulatoria, la capacità di resa espressiva si accompagna a una buona qualità pittorica, che si coglie nella morbidezza dell'incarnato, ma soprattutto nell'inserimento sicuro della figura nello spazio che acquista profondità grazie al diradare sfumato della luce alle spalle del soggetto.
Nella Quadreria del San Gerardo si conservano i ritratti dei genitori - Gio Batta Fumagalli (INV. N. 131783) e Rachele Colombo (INV. N. 131827) - e della sorella Luigia vedova Longo (INV. N. 131915); la presenza di queste effigi rendono testimonianza dello stretto legame intercorso tra la famiglia Fumagalli e le istituzioni benefiche cittadine. Nel 1917 anche il figlio del benefattore, Costantino, dispose un legato di 12.000 lire a favore dell'Ospedale di Monza per "una piazza di cronici" (ASHSG VI, 843).
Il ritratto è inserito nell'inventario redatto nel 1938 dall'Ospedale Umberto I, come fu denominato l'ente dopo il trasferimento - avvenuto nel 1896 - dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solferino (Colombo 2002, p. 39).
Nella scheda della catalogazione del 1983 e nell'Inventario Generale del 1989 l'opera è erroneamente riferita a Gerardo Bianchi.
Collocazione
Provincia di Monza e Brianza
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza
Credits
Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/7a010-00055/
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