Felice Spreafico

Bianchi Gerardo

Felice Spreafico

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Felice Spreafico

Autore: Bianchi Gerardo (Monza, 1845-1922)

Cronologia: 1888

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 45 cm x 59 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo scuro

Notizie storico-critiche: L'etichetta commemorativa posta sul rovescio dichiara che l'effigiato è Felice Spreafico di Monza, scomparso il 14 novembre 1887.
L'agiato benefattore monzese, figlio dei furono Spreafico Luigi e Paleari Teresa e coniugato con Laura Spreafico, morì nella sua casa monzese in via Italia n. 30 all'età di sessant'anni. Lasciò un testamento olografo datato 19 aprile 1878 (con codicillo 21 aprile 1882), col quale istituì erede la sorella Carolina Spreafico, coll'obbligo di alcuni oneri e legati: dispose di lasciare "alla Pia Casa di Ricovero e d'Industria e per questa all'amministrazione, onorevole Congregazione di Carità in Monza, la somma libera di italiane lire 3000 per una volta tanto di valuta legale da pagarsi entro il termine di mesi 6 dal mio decesso"; il testatore ordinò inoltre alla sua erede di fare "istanza perché, a termine del vigente regolamento della Pia Casa Legataria, ed in vista della predetta mia largizione, mi si faccia eseguire il ritratto a mezz'effigie" (ASCRIMz 30/4, rep. 10784/346). Questa indicazione nel testamento dello Spreafico ci informa della presenza di un regolamento che disciplinava le elargizioni e le conseguenti dimostrazioni di gratitudine da parte dell'ente beneficato, che aveva il dovere di far eseguire un ritratto del testatore che ne eternasse la memoria e l'atto munifico. Di fatto lo "Statuto organico delle Pie Case di Ricovero e Industria di Monza", pubblicato dalla Tipo-litografia Paleari nel 1884, prevedeva, al punto 17, quanto segue: "hanno l'onore della mezza effigie a carico del Luogo Pio quei benefattori che lasciano una somma libera non minore di L. 3000" (ASCRIMz 1/3).
La Pia Casa di Ricovero e Industria di Monza volle seguire così la tradizione, istituita dalla Ca' Granda milanese e condivisa dalla gran parte delle istituzioni lombarde, di far eseguire ritratti gratulatori dei suoi benefattori (Coppa 2002, p. 105).
Il ritratto di Felice Spreafico fu eseguito dal pittore Gerardo Bianchi, fratello del più famoso Mosè e figlio di Giosuè, artisti già attivi come ritrattisti per l'ospedale monzese; il dipinto fu consegnato alla Congregazione di Carità di Monza il 20 gennaio 1888 e venne pagato 120 lire dalla cassa della Pia Casa di Ricovero (ASCRIMz 30/4, 166).
Dopo l'Unità d'Italia, per volere del governo sabaudo, il settore assistenziale monzese - compresa Pia Casa di Ricovero e Industria - venne gestito dalla Congregazione di Carità, un organo collegiale che già aveva amministrato l'ospedale nel periodo napoleonico (Colombo 2002, pp. 60, 186 e ss.).
Il ritrattato è colto a mezzo busto di tre quarti con lo sguardo rivolto allo spettatore. Il volto, assai poco espressivo, è caratterizzato da un paio di baffi assottigliati all'estremità e dal lungo pizzetto bruno; come nota di costume si osserva la cravatta in seta a righe, lunga e sottile.
Presso la Pinacoteca Civica di Monza si conserva un "Ritratto maschile", datato 1875 e firmato da Mosè Bianchi, che presenta la stessa impostazione e la medesima fisionomia di Felice Spreafico (Vergani 2008, p. 34): potrebbe trattarsi del dipinto dal quale Gerardo Bianchi prese spunto per la realizzazione dell'effigie del benefattore conservata presso la Quadreria dell'Ospedale San Gerardo; il taglio, la postura e l'abbigliamento sono i medesimi, differisce solo il formato, poiché Gerardo dovette attenersi a quello in uso per i ritratti dei benefattori della Pia Casa.

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).