Francesco Radaelli
ambito lombardo
Descrizione
Identificazione: Ritratto di Francesco Radaelli
Ambito culturale: ambito lombardo
Cronologia: post 1915 - ca. 1925
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 45 cm x 59 cm
Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo rosso
Notizie storico-critiche: Ritratto a mezzo busto su fondo rosso.
L'effigiato è l'industriale monzese Francesco Radaelli, scomparso all'età di 60 anni, il 21 marzo 1915 (ECA2Mz, 2.5,12 (b. 9), unità 60, 328).
Diedero il triste annuncio della sua scomparsa i fratelli Antonio, padre missionario Natale, Angelo e la sorella Maria, tutti figli del fu Giuseppe, fondatore della "Ditta Giuseppe Radaelli"di Monza.
Gli stessi fratelli disposero, fin dal marzo 1915, alcuni lasciti in favore dell'Ospedale monzese, affinché il nome del compianto fratello restasse "consacrato [...] fra i benemeriti di codesta Istituzione", erogando "la somma di £. 6000 per arredare il padiglione D di codesto Ospedale con n. 20 letti completi", "una rendita annua £. 1.750 quale parziale concorso di spesa pel mantenimento dei detti nuovi venti letti" e "il capitale di altre £. 15.715 per la istituzione di una piazza nominale alla Casa di Ricovero intestato al nome dell'amato nostro Francesco Radaelli"(ECA2Mz, 2.5,12 (b. 9), unità 60, n. rep. 1045 e ASCRIMz 29/1, n. rep. 906).
In memoria di questa benemerenza e "in segno di riconoscenza" l'amministrazione dell'Ospedale appose una lapide con epigrafe all'esterno del padiglione D recante il nome del ritrattato (ECA2Mz, 2.5,16 (b. 10), unità 64).
La donazione effettuata dagli eredi del defunto fu elargita "per nobile loro sentimento di beneficenza ed anche per assecondare il desiderio espresso dal detto loro fratello"; nella famiglia Radaelli questa benemerenza era già stata praticata nel 1907, quando i fratelli Radaelli istituirono una piazza nella Pia Casa di Ricovero in memoria del loro defunto padre, Giuseppe Radaelli (presente nella Quadreria ospedaliera col INV. N. 131816).
Il nome di Francesco Radaelli compare inciso a caratteri dorati su una delle lapidi commemorative dedicate ai benefattori dell'Ospedale, poste all'ingresso dell'edificio di Via Solferino. Fu il "Regolamento per le onoranze ai Benefattori" del 1943/1945 a regolare il carattere dell'incisione del nominativo, in nero o in oro a seconda dell'entità della donazione, sottointeso che l'incisione in oro attesta una donazione più consistente (ADHSG 24/5).
Dai tempi dell'Unità lo Spedale e Luoghi Pii Uniti fu amministrato per statuto dalla Congregazione di Carità, l'ente cui il governo sabaudo aveva affidato la gestione di tutto il settore assistenziale (Colombo 2002, pp. 60, 186 e ss.).
Il ritrattato è colto di tre quarti con lo sguardo rivolto lateralmente, su fondo rosso. Immagine convenzionale, dove la posa impettita desunta da un ritratto fotografico, si contrappone all'indagine realistica del volto e alla resa espressiva. L'uomo porta folti baffi all'insù, alla Vittorio Emanuele, e indossa gli abiti usuali dell'abbigliamento maschile del Novecento, come la giacca scura e la lunga cravatta di seta colorata.
Il formato del ritratto (60 x 45) fa pensare ad una commissione da parte della Pia Casa di Ricovero, dove venivano adottate queste misure per l'effigie gratulatoria a mezzo busto.
Il dipinto conserva l'etichetta dell'inventario dell'Ospedale Umberto I, secondo la denominazione che il nosocomio assunse nel 1896 con l'abbandono della vecchia sede di Piazza Isola (Colombo 2002, p. 39).
La targhetta metallica applicata sulla cornice riporta erroneamente il cognome "Redaelli".
Collocazione
Provincia di Monza e Brianza
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza
Credits
Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/7a010-00084/
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