Maddalena Caronno Porchera

ambito lombardo

Maddalena Caronno Porchera

Descrizione

Identificazione: Ritratto di Maddalena Caronno Porchera

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1835 - ca. 1849

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: tela / pittura a olio

Misure: 44.5 cm x 59.5 cm

Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo variegato

Notizie storico-critiche: Dell'effigiata conosciamo i dati anagrafici riportati sul rovescio: Maddalena Caronno Porchera di Monza, scomparsa il 25 novembre 1835.
Con testamento datato 31 agosto 1835 e pubblicato il 25 novembre successivo, la sig. Maddalena Caronno vedova di Giacomo Porchera dispose diversi legati, tra cui 3.000 lire milanesi a favore della Pia Casa di Ricovero, "senza alcun peso aggiunto" (ASCRIMz 21/8, 67 e n. rep. 4699). Da questo documento conosciamo nel dettaglio la storia della testatrice: Maddalena Caronno aveva sposato Giacomo Porchera dopo che questi era rimasto vedovo della prima moglie, Marietta Merli, dalla quale aveva avuto un figlio, l'avv. Paolo Porchera; quest'ultimo, sposato con Rosa Menni e padre di tre figli - Giacomo, Giuseppe e Giovanna - morì anch'egli entro il 1836, quando i figli erano ancora tutti minorenni. La vedova di Paolo Porchera si risposò in seconde nozze con Gio Batta Crippa, che in quel periodo ricopriva a carica di Direttore della Pia Casa di Ricovero.
Si può dire allora che la testatrice, morta senza figli propri, acquisì col matrimonio un figlio e tre nipoti. Uno di questi, Giacomo Porchera, è il benefattore che quasi 60 anni dopo compare nel ritratto della Quadreria (INV. N. 131743) accanto alla fotografia del fratello, Giuseppe Porchera, in una sorta di doppia effigie gratulatoria.
Il ritratto fu verosimilmente commissionato a posteriori in forma gratulatoria dall'istituto che ricevette l'eredità della donna, secondo la tradizione istituita dalla Cà Granda milanese e condivisa dalla gran parte delle istituzioni lombarde (Coppa 2002, p. 105).
La benefattrice è ripresa a mezzo busto in leggero tre quarti con lo sguardo rivolto allo spettatore, in un'immagine che risulta poco riuscita per lo stile elementare, la fissità dello sguardo e i lineamenti grossolani, che nemmeno la romantica 'rouge' di pizzo bianco della cuffietta valse a ingentilire.
Come dato di costume il ritratto conferma proprio la voga delle cuffie, che fu una costante della moda femminile romantica (Butazzi 1977, p. 121).

Collocazione

Provincia di Monza e Brianza

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza

Credits

Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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