Teresa Bianchi
monogrammista B.F.
Descrizione
Identificazione: Ritratto di Teresa Bianchi
Autore: monogrammista B.F.
Cronologia: 1860
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 45.5 cm x 59.5 cm
Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo unito
Notizie storico-critiche: L'effigiata è la signora Teresa Bianchi di Monza, deceduta il 21 maggio 1860.
Il 10 gennaio 1852 Teresa Bianchi scrisse una lettera all'amministrazione dell'Ospedale, dichiarando di essere - insieme alla sorella Giacinta - benefattrice della Pia Casa di Ricovero: le due donne si erano infatti affidate al canonico Borrani che, nel 1848 e nel 1850, versò per conto di un "ignoto benefattore" la somma complessiva di 7200 lire milanesi, con la condizione che "vita durante del donatore fosse al medesimo corrisposto l'interesse del 4% all'anno e dopo la di lui morte si dovesse istituire una piazza presso la Pia Casa di Ricovero di nomina della Direzione dell'elemosina e doti di questa città" (ASCRIMz 20/6, 18). In seguito alla morte del canonico Luigi Borrani, avvenuta il 16 marzo 1851, le due sorelle Bianchi decisero di rendere nota la loro identità di benefattrici e di confermare il lascito disposto in precedenza.
Le due sorelle Teresa e Giacinta Bianchi erano le cognate di un altro benefattore della Pia Casa, Gio Batta Lissoni (INV. N. 131829), che col suo testamento 1 settembre 1835 le nominò eredi universali della sua sostanza (ASCRIMz 25/13). Le donne erano inoltre cugine del pittore Giosuè Bianchi: il loro padre, Mosè, era fratello di Luigi Bianchi, genitore dell'artista.
Nel maggio 1854 le due donne elargirono un'offerta di 8600 lire austriache a mutuo - ovvero sotto forma di prestito - a favore dell'Amministrazione dei Luoghi pii di Monza, che in quegli anni era impegnata nell'edificazione dell'Orfanotrofio Femminile cittadino, voluto dalla Causa Pia Bellani.
Questa Causa Pia ebbe origine nel 1851, in seguito al lascito del canonico don Angelo Bellani, con lo scopo di istituire e mantenere in Monza due orfanotrofi (per maschi e per femmine).
Deceduta la sorella Giacinta, la signora Teresa - "superstite delle due sorelle Bianchi"- si ripresentò presso l'Amministrazione dei Luoghi pii monzesi nel giugno 1858, dichiarandosi "essendo soddisfatta di sapere quasi condotto a termine la fabbrica del nuovo Orfanotrofio femminile" e di voler "concorrere all'incremento e prosperità dello stesso per quanto sta nelle sue forze" facendo "all'Amministrazione dello Spedale la proposta di versare all'istante nella di lui cassa la somma di lire 2600/ due mille seicento/austriache a capitale perduto [...] a patto che le venga corrisposto vita sua natural durante l'interesse del 5% all'anno [...] e dopo la sua morte l'Amministrazione dell'ospedale debba corrispondere l'interesse della succitata somma ma nella sola misura del 4% alla Direzione dell'Orfanotrofio Femminile la quale applicherà a vantaggio delle ricoverate nell'Istituto medesimo" (ASBMz 32/5, 313).
Prima dell'Unità d'Italia il governo austriaco aveva suddiviso gli istituti caritativi monzesi in tre classi differenti (Ospedali, Orfanotrofi e Luoghi Pii Elemosinieri), riunite sotto l'Amministrazione dei Luoghi Pii (Colombo 2002, p. 57). Nel periodo post-unitario la gestione di tutto il settore assistenziale passò all'organo collegiale già presente nel periodo napoleonico, la Congregazione di Carità (Colombo 2002, pp. 39, 60, 186 e ss.).
Il nome della donna è ricordato tra quelli dei benefattori dell'Orfanotrofio Femminile di Monza, inaugurato nel 1859 in una delle case appartenute al canonico Bellani in via Sant'Agata, oggi via Solera (Colombo 2002, p. 66).
Il ritratto raffigura una donna anziana con le spalle incurvate per gli anni, il cui volto esprime un senso di sofferta stanchezza. Osserviamo come l'opera si caratterizzi per l'utilizzo di una pennellata mossa e frantumata che, confrontata con i ritratti coevi, manifesta una sensibilità pittorica assai più moderna.
E' verosimile che il ritratto fosse stato eseguito in epoca più tarda, come del resto è attestato dall'iscrizione sul fronte - "a reminiscenza"- posta accanto alla sigla "B. f."; quest'ultima si rivela una vera novità, che non trova riscontro in nessuno degli altri dipinti della Quadreria dei Benefattori.
Il ritratto conserva l'etichetta inventariale dell'Ospedale Umberto I, secondo la denominazione che il Luogo Pio Convenio o Ospedale di San Bernardo assunse nel 1896, dopo il trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solferino.
La data di morte (25-5-1860) riportata sull'etichetta posta sul retro del dipinto è imprecisa.
Collocazione
Provincia di Monza e Brianza
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza
Credits
Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/7a010-00102/
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