Benedetta Prato ved. Panceri
Bianchi Gerardo
Descrizione
Identificazione: Ritratto di Benedetta Prato ved. Panceri
Autore: Bianchi Gerardo (Monza, 1845-1922)
Cronologia: 1897
Tipologia: pittura
Materia e tecnica: tela / pittura a olio
Misure: 45.5 cm x 62 cm
Descrizione: ritratto a mezzo busto su fondo neutro
Notizie storico-critiche: Benedetta Maddalena Prato nacque a Mondovì, in Piemonte, il 9 marzo 1839 da Giuseppe Prato e Ardizzone Paola, una coppia di coniugi che esercitavano la professione di caffettieri nel Rione Piazza (ASCRIMz 28/3, 23). Maritatasi Panceri e rimasta vedova la donna volle beneficare in vita la Congregazione di Carità, stipulando con essa un contratto di vitalizio: nel maggio 1891 donò 8.000 lire col vincolo dell'usufrutto annuo nella misura del 4,5 % (pari a 320 lire) vita sua natural durante affinché, dopo il suo decesso, i frutti di detto capitale venissero utilizzati per l'istituzione di una piazza presso la Pia Casa di Ricovero cittadina (ASCRIMz 28/3, n. rep. 90). Da una lettera del banchiere Natale Parravicino, conoscente della donataria, veniamo a sapere di alcune condizioni dettate dalla benefattrice: "che la piazza sia occupabile solo dopo il suo decesso e di conseguenza il ritratto sia fatto dopo passata a miglior vita". Nel contratto di vitalizio si dice che la signora Prato intese beneficare la Pia Casa di Ricovero cittadina "ad esempio del proprio compianto Consorte"; tra i benefattori di questo istituto vi sono diversi Panceri, ma solo uno potrebbe essere il marito della benefattrice: si tratta di Panceri Domenico (INV. N. 131751), morto il 1 marzo 1889, anch'egli benefattore della Pia Casa, che già in vita volle destinarle la somma di 8.600 lire (ASCRIMz 27/16, n. rep. 11067/232). Nel suo caso - unico nella storia della quadreria - il dipinto venne seguito col Panceri ancora vivente, mentre Benedetta Prato chiese espressamente che il suo ritratto gli fosse eseguito post mortem.
La benefattrice morì in Monza il 7 luglio 1897; entro il successivo mese di agosto il pittore Gerardo Bianchi consegnò il ritratto della signora Panceri alla Congregazione di Carità, dietro il compenso di 125 lire, dichiarandosi "pienamente d'accordo colla sig. figlia Emma, la quale ne è soddisfacentissima" (ASCRIMz 28/3, 806).
Nel giornale di cassa della Pia Casa di ricovero e industria per l'anno 1897 si registra, infatti, il pagamento del pittore al giorno 11 agosto (ASBMz, Giornale di cassa 14).
Durante il regno sabaudo, le donazioni pervenivano alla Congregazione di Carità che gestiva l'amministrazione di tutti gli istituti assistenziali della città, compresa la Pia Casa di Ricovero, sorta nel 1831 con lo scopo di ricoverare e mantenere poveri vecchi monzesi, di ambo i sessi, inabili al lavoro (Colombo 2002, pp. 60, 186 e ss.). Questo giustifica la registrazione del ritratto nell'inventario dell'Ospedale Umberto I, secondo la denominazione che il nosocomio assunse nel 1896, col trasferimento dalla vecchia sede di Piazza Isola all'edificio di Via Solferino (Colombo 2002, pp. 39, 60, 186 e ss.).
La donna è ritratta a mezzo busto su un fondo rosso, in posa semifrontale con lo sguardo rivolto allo spettatore. L'effigie è derivata probabilmente da un'immagine fotografica, come lascerebbe intuire l'impostazione convenzionale, oltre alla definizione realistica del volto. La donna indossa alcuni gioielli, che oltre a manifestare il suo stato sociale ci danno una precisa indicazione della sua condizione vedovile: si noti il pendente con la miniatura di un uomo, presumibilmente l'effigie del defunto marito. Se si confronta l'immagine riprodotta nel cammeo e il ritratto di Domenico Panceri (INV. N. 131751) si possono notare alcuni tratti di somiglianza; questa ipotesi avvalorerebbe, dunque, la tesi che il suddetto Panceri sia il marito della benefattrice.
Collocazione
Provincia di Monza e Brianza
Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. di Monza
Credits
Compilazione: Mantovani, Gabriella (2007)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/7a010-00106/
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